Contrapangeia è il quinto album solista del brasiliano Gui Amabis, musicista, cantautore, compositore di colonne sonore, produttore. Il titolo del disco rimanda al termine Pangea, il supercontinente, originatosi circa 290 milioni di anni fa, costituito dall’unione di tutte le terre emerse. Un legame instabile, la cui scissione ha generato i continenti e gli oceani così come li conosciamo, ma destinati a mutare nel corso delle future ere.
Scriveva Eraclito: “Che cosa sarebbe il mondo se non ci fosse la lotta? Non è forse la malattia che rende buona la salute? Non è forse la fame che gratifica la sazietà e il travaglio che rende così dolce il riposo? Guai se uno degli elementi in lotta prende il sopravvento sul nemico: la vittoria coinciderebbe col suicidio del vincitore.”
Dualismo, complementarietà ma anche opposizione, unione e separazione: Pangea e Contrapangeia. Disgregazione, dissidio, senso di precarietà, contrasto, conflitto sono temi, osservazioni e riflessioni che hanno animato e sono alla base del processo creativo di Contrapangeia.
L’album si compone di nove brani dalle sonorità delicate, raffinate e avvolgenti. Molte le collaborazioni e due duetti: con Manuela Julian in Amar sem dizer e con Juçara Marçal in Nesse meio tempo. L’artista ha composto tutte le canzoni a eccezione di Vermelho azulzin.
Le atmosfere sono intime, garbate, velate di una malinconia sapientemente dosata. Gli archi dialogano amabilmente con la chitarra; la lingua portoghese si esprime al meglio nella voce suadente e profonda di questo talentuoso e poliedrico artista.
Un disco davvero riuscito, che si ascolta con estremo piacere, dalla bellezza profonda e mai ostentata, in cui ogni elemento risulta calibrato perfettamente, donandoci una sensazione di grande armonia.
Gui Amabis – Contrapangeia
Un disco davvero riuscito, che si ascolta con estremo piacere, dalla bellezza profonda e mai ostentata