Recensioni

Giovanni Scarpelli – Old Songs

Scritto da Marco Restelli

Un gran bell’esordio

Forse non molti sanno che, fortunatamente, anche in Italia esiste un sottobosco di artisti che ancora considerano la musica Americana – declinata in tutti suoi stili come Rock, Blues, Folk o Country che l’hanno resa mitica negli ultimi 60 anni – come il faro da seguire per provare a lanciarsi nel mondo dei songwriters.
Giovanni Scarpelli, musicista e cantante di Latina, dopo aver a lungo tentennato, ha finalmente preso il coraggio di pubblicare il suo primo disco interamente in inglese, piuttosto influenzato dal “vento” che agita la bandiera a stelle e strisce.
I riferimenti sono sufficientemente chiari visto che nelle dieci tracce di Old Songs molti eroi conosciuti come Springsteen, Dylan e Tom Petty, o meno noti al grande pubblico come i Son Volt, risultano fra le sue fonti principali di ispirazione. Il titolo prende spunto dal fatto che le canzoni inserite nella track list sono in realtà state scritte diversi anni fa e solo ora, come detto, vengono raccolte in un unico lavoro.
Il disco è tendenzialmente elettrico, con le chitarre sovente in primo piano, a volte accompagnate da suoni più acustici in un mix che lo rende ottimo per essere ascoltato in viaggio. La voce di Scarpelli ha quell’interessante lato ruvido che rende i brani piacevolmente grezzi, allontanandoli dalla “musica che gira intorno” che sempre più spesso profuma di plastica (piena di autotune e filtri artificiali). I compagni di viaggio che lo hanno accompagnato in questa avventura sono tutti navigati ed è veramente un piacere ascoltare un gruppo che sembra suonare insieme da anni.
La prima canzone che apre l’album “Drive in the fog” è una intensa ballata midtempo, fedele portabandiera di quanto sopra anticipato e che, già al primo ascolto, mi ha ricordato i Waterboys. Sicuramente uno dei pezzi più belli in assoluto, impreziosito dal suono delle tastiere vintage di Emanuele Salvati. La melodia della strofa di “Darkness behind” ricorda vagamente un vecchio brano di John Prine (considerato uno dei padri della musica Country) – Angels from Montgomery – riconfermando per l’ennesima volta che la radici di Old Songs sono ben salde nella terra d’oltre oceano. Quando parte la cavalcata “Damn you” col suono del sax di Marco Onorato impossibile non pensare all’E-Street Band che a quello strumento deve tanto della sua fortunata storia.
Cito ancora “Remembering the childhood” – verso il finale di Old Songs – che col suo incedere lento (il piano è di Luciano Gargiulo) spezza al momento giusto il ritmo serrato che l’ha preceduta e che arriverà presto di nuovo con la degna chiusura di “Every” che incornicia un disco dal cui ascolto è facile percepire la passione per la musica di qualità.
Ricapitolando, direi, un gran bell’esordio davvero: lo aspetteremo per la sua seconda prova in studio che mi auguro non tardi ad arrivare.

https://youtu.be/j9LcAJ2F8hY

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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