Sound&Vision

Giovanni Falzone & Mosche Elettriche @ Estate Sforzesca

Scritto da Gigi Fratus

Un viaggio all’interno del mondo di David Bowie, del testamento spirituale che è stato il suo ultimo album:”Blackstar”. Ed è un viaggio che si prospetta bellissimo già dalla stazione di partenza: il castello Sforzesco di Milano. Eretto nel XV secolo da Francesco Sforza, ancora oggi dà sfoggio di sè nella metropoli milanese.
L’introduzione alla serata spetta alla Bandakadabra di Torino, una marching band di chiara ispirazione U.S.A. Che ci delizia con la funeral music tipica della Louisiana e di New Orleans.
Si appropriano del palco attraversando il Cortile delle Armi, con il pubblico che accompagna, battimani, le musiche proposte. Poi, una volta saliti sul palco danno il là alla loro esibizione fatta di brani che celebrano la morte in modo festoso. L’epilogo vede la sempreverde When the saints go marching in, alla quale partecipa con grande entusiasmo e trasporto Giovanni Falzone, concludendo in un crescendo di applausi ed ovazioni l’intro della serata.
Una piccola pausa per riprenderci dalla baraonda musicale della Bandakadabra ed è il tempo delle Mosche Elettriche!
Il quartetto capitanato da Giovanni Falzone annovera Valerio Scrignoli alla chitarra elettrica, Riccardo Tosi alla batteria e William Nicastro al basso elettrico. Quattro brani tratti da Blackstar, venticinquesimo ed ultimo album del Duca Bianco, e quattro brani scritti da Falzone sull’onda emotiva che questo album ha scosso in lui.
Già il fatto che i brani di Bowie non siano stati visti come una mera esecuzione ma interpretati mettendo mano alle partiture è, di per sé, un evento eccezionale. Di norma ci si accontenta di riproporre pedissequamente quanto scritto dall’autore, senza metter mano alle partiture originali, Giovanni invece ci sorprende riproponendo tali brani in maniera personale, molto personale, quasi a renderli brani nuovi. I tre musicisti che sul palco, danno sfoggio delle loro innate qualità poi, non sono meri accompagnatori, esecutori di quanto scritto ( o reinterpretato) da Falzone, ma veri compagni di viaggio di questo eccezionale musicista che il mondo ci invidia.
Sono solito apostrofare Giovanni come il trombettista rubato al rock poichè sul palco, oltre alla musica porta la sua anima e, come un chitarrista durante gli assoli, la espone alla mercè di tutti, senza veli, senza nascondere nulla di ciò che egli è per la musica e viceversa. Ma lui lo fa senza soluzione di continuità, durante tutto il tempo delle proprie performance. Di lui è questo che mi piace fotografare, lo spirito che porta sul palco, ma che, ne sono certo, lo accompagna in ogni momento della propria vita.
Lo spettacolo è superbo, i brani originali e le “cover” tratte da Blackstar si intersecano con naturalezza, la platea si spella le mani e partecipa allo show facendo sentire la propria voce ed il proprio calore ai quattro musicisti sul palco. Uno scambio, un’esperienza quasi catartica quella che Falzoni ed i suoi compagni di viaggio, riesce ad instaurare con il Cortile delle Armi. E, ne sono certo, da qualunque posto si trovi ora, Francesco Sforza sorriderà nel vedere l’evoluzione che ha avuto attraverso i secoli l’imponente costruzione da lui voluta ed iniziata. Da castello eretto a guardia di una città a luogo di arte e cultura appannaggio di tutti.
Termino questo mio con il dovuto e sentito ringraziamento a Saul Beretta ed a Musicamorfosi per la disponibilità e cortesia.
Articolo e Foto di Gigi Fratus

Mosche Elettriche:
Giovanni Falzone: tromba, elettronica
Valerio Scrignoli: chitarra elettrica
Riccardo Tosi: batteria
William Nicastro: basso elettrico

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About the author

Gigi Fratus

Nato a Seriate (Bg) nel 1969, due grandi Amori, mio figlio Mattia e la mia Morgana, un’Aprilia RSV del 2003.

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