Serata indie al Filagosto con tre proposte di grande interesse come Calabi, Francesco de Leo e Giorgio Poi.
L’inizio del set è affidato ad Andrea Rota, in arte Calabi. Ci presenta un progetto nuovo (dopo averci deliziato con i Plastic Made Moda ), fatto di un pop ricercato, ricco di arrangiamenti molto particolari e ricchi di sfumature interessanti. Il cantautore bergamasco pare avere intrapreso una strada nuova e proficua. La risposta del pubblico di casa naturalmente è piu’ che positiva e l’esibizione fila via liscia come l’olio.
Il protagonista seguente è Francesco De Leo, chitarrista di stampo seventies che ci propone il suo rock psichedelico con testi alquanto sconclusionati. Forse psichedelici, un po’ troppo, pure quelli. A livello musicale l’energia c’è, la band lo supporta con precisione; lui si perde un po’ in divagazioni solistiche a volte eccessive ma tutto sommato si porta a casa la serata.
Giorgio Poi invece è in netta rampa di lancio. E ci fa capire il perchè. Musiche e testi semplici ma non banali, quella semplicità che è dei grandi; di chi non deve stupire con effetti speciali. Si presenta sul palco quasi timido e lo show acquista forza man mano che le canzoni vengono eseguite. Fino ad arrivare al finale che è di grande intensità ed emotivamente coinvolgente. La gente si lascia trasportare nel mondo di Giorgio Poi e vive le sue canzoni con grande trasporto.
Applausi, cori, partecipazione. Questo conta quando da un palco ci si mette a nudo e l’artista novarese lo fa molto bene.
Gigi Fratus