Alla fine di marzo è uscito Mictlàn secondo album di Giorgio Pinardi, cantante e sperimentatore milanese. L’approccio con un album di questo tipo non sarà sicuramente semplice ma, a ragion veduta, possiamo considerarlo seminale. Non semplice, perché un orecchio inquinato ad arte dalla musica di massa è spesso poco avvezzo o restio a ciò che è sperimentazione. Seminale perché gli spunti creativi contenuti nell’album sono talmente tanti che non sarà difficile che in futuro ne ritroveremo echi altrove.
A questo punto molti si staranno chiedendo quale siano le particolarità di quest’album, ma le risposte non sono semplici. Diremo, innanzitutto, che l’uso sperimentale della voce si adatta a quelle che sono le suggestioni di una Musica, che si apre al Mondo. Troviamo, infatti, musiche e melodie che ci trasportano idealmente nel mondo arabo, in Africa, in Oriente e su queste la voce campionata in tempo reale di Giorgio Pinardi intesse le sue visioni sonore. Improvvisazione che tradisce anche uno scrupoloso lavoro di ricerca e di studio.
Un album, come detto, non facile da raccontare, ma chi ama la musica non può prescinderne dall’ascolto. I giudizi saranno diversi, probabilmente contrastanti, ma quando si va oltre il confine si sa che è così. Per quel che mi riguarda mi ha piacevolmente stupito.
Mictlàn è stato prodotto dall’Associazione Culturale Alterjinga che, è bello sottolinearlo, promuove e diffonde la Cultura Musicale attraverso la formazione, l’organizzazione di eventi e la promozione di album e tanto altro. Ricordiamo anche la collaborazione con Panidea Studios di Alessandria. A questo punto… Non resta che l’ascolto.
Giorgio Pinardi – Mictlàn
Un album non facile da raccontare, ma chi ama la musica non può prescinderne dall’ascolto