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Elisa Rovesta – Umanestelle

Scritto da Roberta Cricelli

“Umanestelle”: Elisa Rovesta torna a raccontare la complessità di essere vivi, imperfetti e sfaccettati senza dover rinunciare a nessun angolo di cielo e di interiorità

La possibilità di individuare la propria dimensione senza salire su un piedistallo, accettando le crepe che ci appartengono, riconoscendo e abbracciando quelle altrui come il giusto compromesso tra margini di miglioramento e calcificazioni inalienabili, può generare letteratura.
Dopo il successo di “Umanistili e una ballerina sulla luna” e di “Fatti di Umani- Racconti in cui non succede
niente” (di quest’ultimo progetto vi avevamo già offerto il nostro sguardo), Elisa Rovesta si diverte con la consueta sensibilità (resa frizzante da un guizzo d’acume e di ironia) ad impastare vissuti, volti e storie somiglianti a tutta la “masnada umana” che il lettore può incontrare per strada oppure all’eco del riflesso che lo sorprende nello specchio appena sveglio.
Prototipi e non stereotipi che pulsando ancora una volta dalle pagine di NFC edizioni, uniscono terra e cielo.
In “Umanestelle” (terzo tassello di un interessante percorso socio-letterario), l’autrice mantovana pare condensare le sollecitazioni maturate durante un lungo viaggio che dopo diversi chilometri, quasi impone di scavare dentro la vita di chi maneggia l’inchiostro e ne modella altri frammenti: minuti, eccentrici eppure mai presuntuosamente protagonisti, punto focale di un disegno variegato e collettivo, che ponga ciascuno in osservazione di ciò che accade fuori e dentro la bolla in cui respira.
“Come sempre”-spiega Rovesta– “le storie mi raggiungono facendosi spazio in quel “guardare” giornaliero a cui la scrittura e l’approccio con le risorse umane mi hanno abituata. Non amo prendermi troppo sul serio. Nella mia letteratura tutto diventa irriverente quasi caricaturale ma spero mai poco autentico dal momento che l’intenzione è sempre quella di portare alla luce tratti dell’umano, che seppur mascherati dall’ossessione, dall’eccesso, dalla scarsa autostima, dalla strabordante sicurezza, incarnano irrimediabilmente la punta di un iceberg ben più profondo, quello dell’antieroe. Nessuno dei miei personaggi è l’esempio da seguire per antonomasia, né si propone come tale ma si rivela semplicemente sé stesso, lasciando alla percezione di chi lo custodirà tra le proprie letture (non certo a me che resto un narratore esterno non giudicante), l’opportunità di costruire un’opinione, di riflettere, di sorridere, nella consapevolezza che come canta Cesare Cremonini In questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Robin”.
Nell’era della performance impeccabile che non lascia spazio all’errore, Elisa Rovesta (sulla scorta dell’ osservatorio privilegiato che è la rubrica “Stili Umani” da lei curata su “Panorama” nonché di tante altre collaborazioni giornalistiche e delle suggestioni che convogliano tutte nel suo omonimo sito internet) non rinuncia a dare dignità alla natura schiva di uno sciatore, a quella competitiva di una turista da lago (che poi si specchierà con le screpolature di altre esistenze), illuminando la trappola del saper tutto, così come l’opportunità di porsi domande dentro una stanza, di scoprire parti di sé sopite o represse o di condividere il tempo e l’esistenza con chi è simile oppure opposto a noi.
“I miei protagonisti sono unicamente in gara con la propria indole” -ammette Elisa Rovesta. “Puntano a trovare un centro senza sgomitare, anzi creando momenti in cui indagare nell’ io e dar la possibilità agli altri di esprimersi. Questo è un libro che nel suo piccolo si sforza di ribadire l’importanza dell’immaginazione come forza creatrice di una realtà possibile (dando voce a tutte le stelle che ci abitano e facendo del nostro disegno vitale una costellazione in cui far confluire ragione, sentimento e creatività) e dall’altra è un invito all’ascolto di chi ci vive accanto, quale forma di arricchimento personale ed anche di empatia, in un tempo come il nostro così veloce eppure svuotato della propensione a porsi nel dubbio, ad aprirsi al confronto, a coltivare l’idea, a chiedere aiuto”
Una visione che fa intendere bene come nel paradigma letterario di Elisa Rovesta possano facilmente convivere le atmosfere dei quadri di Hopper, l’aurea cinematografica dei film anni ’40 ma pure la fedeltà all’ armocromia che affolla il nostro cosmo virtuale e reale.
“Umanestelle” si conferma (nella tradizione dei volumi targati Rovesta) anche un’occasione per far incrociare le creature di carta che lei stessa ha plasmato nelle precedenti novelle e che come nelle migliori commedie hollywoodiane intercettano in un matrimonio il pretesto per ricongiungersi. Un finale in cui la scrittrice si rivolge al lettore, mescolando addii e arrivederci, presentandoci coppie improbabili, chiudendo cerchi e spalancando panorami come accade pure nella musica.
“Nell’epilogo di questa vicenda (che come si evince dal titolo è un piccolo finale) si possono riconoscere molti volti delle mie storie precedenti perché la volontà è sempre quella di creare circolarità e sorprendere. Che ci sia altro da raccontare? Mai dire mai. In fondo-ragiona l’autrice-il matrimonio che socchiude la scena è appena agli albori del pranzo. Di sicuro se c’è una costante in quasi tutti i miei racconti quella è la musica. Quando immagino una situazione mi pare già di ascoltare la canzone che ci si abbina perfettamente. Così fu
per un brano di Lucio Dalla nel primo volume e la stessa magia si è ripetuta in quest’ultimo libro con un pezzo di Vasco Rossi, con “Give Peace A Chance” di John Lennon e Yōko Ono e con l’iconica “Dancing in the Moonlight” di Toploader. Non deve trattarsi necessariamente di canzoni a cui sono legata ma di sonorità in grado di calarsi nel contesto narrato, rendendo quella porzione di testo incisiva, come accade per i momenti della vita”.
SOund36, conosce bene la fortunata commistione tra parole e note e non può che celebrare l’energia con cui essa illumina l’esistenza e pone in valore la bellezza dell’uomo, quasi fosse una stella terrena.

https://www.elisarovesta.it/
https://nfcedizioni.com/

About the author

Roberta Cricelli

Nata a Catanzaro. Classe 1995. Si diploma al Liceo delle Scienze Umane “E. Fermi” di Catanzaro. Si laurea in Sociologia all’Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro e studia Metodi e linguaggi del giornalismo all’Università degli Studi di Messina. Giornalista pubblicista scrive per: la redazione catanzarese de “Il Quotidiano del Sud” , il mensile “Catanzaro City Magazine”, cura la rubrica “Riflessioni allo specchio per “Catanzaro Informa” ed alcuni sui articoli scientifico- divulgativi sono presenti su “Sociologicamente.it”, collabora con l’associazione culturale “ Calabria Contatto”, cura insieme alla poetessa Doris Bellomusto dei contributi per il blog di Radio Ciak e si diletta tra pensieri in versi e in prosa.
Nel 2014 vince una Borsa di studio nell’ambito dell’iniziativa “Pace e Dialogo con le Nuove Generazioni” promossa dal Rotary Club Distretto 2100 per il saggio “L’eterna esigenza dell’uomo”. Nel 2018 è tra i poeti selezionati nell’ ambito della VII edizione del premio “Alda Merini” promosso dall’ Accademia dei Bronzi di Catanzaro per far parte dell’antologia “Versi per Alda” con la poesia “Fenice”. Ad Aprile 2019- Si classifica al PRIMO POSTO al concorso “Calabria in Versi 2019” indetto da “Calabria Contatto” con la poesia “Radices” contenuta nel booklet omonimo del concorso insieme al componimento “Gea- Madre Terra” ed entra a far parte della giuria di qualità delle successive edizioni nella sezione Poesia e del team associativo. A luglio 2019- Il componimento “Intensa- Mente” è tra le opere selezionate nella I edizione del concorso Nazionale di Poesia "Dantebus”. A settembre 2019- Il componimento “marzo” viene inserito nel Calendario 2020 de “L'Albero di Kery ONLUS” nell’ambito del primo concorso di poesia “Rime tra gli alberi” dalla stessa indetto. A giugno 2020- Il componimento “Risacca” è tra le opere selezionate come finalista web nell’ambito del contest “I corpi e i luoghi” indetto dall’ “Accademia Mondiale della Poesia” A luglio 2021- Si classifica al TERZO POSTO alla I edizione “Premio Nazionale di Poesia La Masnada” sezione poesia inedita. Da agosto 2021-Redige recensioni su volumi a tema calabro o di autori calabri per la rubrica “Calabria Libri” sulla piattaforma calabriacontatto.it. A novembre 2021- Cura la prefazione della silloge “In 7 parole” di Italo Cirene (VJ Edizioni). A dicembre 2021 Il componimento “L’acrobata” è pubblicato nel volume “Avvocati. Ritratti di una professione” di Gianluca Bellacoscia (YoucanPrint). A Maggio 2022- ll componimento “a(Essenza)” è selezionato per la pubblicazione all’interno della collana di autori vari “Libro Verde (IVVI Editore).

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