Cosa vuol dire oggi in Italia New Wave? Quella discendenza che dal punk e dal post-rock inglese si è intersecata in migliaia di sfumature ad oggi difficilmente definite e definibili. I cani sono new wave? E i Baustelle? Si ok, conosciamo tutti Franco Battiato che parte dei suoi successi possono essere classificati new wave. Un po’ si un po’ no: a singhiozzo diciamo. Poi ci sono i Delenda Noia. Il presupposto è molto molto buono. Non chiedetemi perché ma quando li ho ascoltati per la prima volta le scarpe si sono sporcate, non tenevo bene aperti gli occhi nel vedere quella Berlino diseredata e totalmente power palesarsi di fronte il mio naso. Se solo Arcieri, se soltanto Arcieri..
Bando alle manfrine, visto che non apprezziamo quelli che ci apprezzano (cit. all’incirca): i Delenda Noia rappresentano un sincero ritorno a quelle sperimentazioni elettroniche care ai fine ‘70, al quel mantra che in Italia ha avuto molti combattenti ma pochi capitani, molto pochi. Eppure nulla è fuori posto, tutto rientra perfettamente nell’intento apparente: le ritmiche campionate, le voci maledettamente sporche e cariche di delay e quell’incastro uomo/donna che rispecchia bene quel marchio seducente e in “evolution” della new wave.
“Nell’iperspazio non si muove più la nostra bandiera”, eppure a noi sembra ben piantata e degna di qualunque lotta di genere, di estetica e di concetto. Delenda est Noia, grazie al cielo manca la “è”: li salviamo e li apprezziamo.
Delenda Noia – Odi Et Amo
i Delenda Noia rappresentano un sincero ritorno a quelle sperimentazioni elettroniche care ai fine ‘70