Ha appena terminato a teatro, in questi giorni (per questa stagione artistica) le repliche di “Plaza Suite”, di Neil Simon, con la regia di Ennio Coltorti, spettacolo che ha riempito i teatri in tutta Italia e che sarà ripreso la prossima stagione. Al suo fianco Corrado Tedeschi, un compagno di lavoro ideale, con cui si capiscono al volo e questo in scena naturalmente si vede.
Veneziana, la Caprioglio ha fatto diverso cinema, ma è il teatro che dal 1997 l’ha conquistata, e da allora è stato uno spettacolo dietro l’altro, tutti di grande successo.
Ben trovata Debora e grazie. Cominciamo proprio da “Plaza Suite”, lo spettacolo che per quest’anno ormai sta finendo le repliche, e che verrà ripreso nella nuova prossima stagione. Ci dici due parole sullo stesso e ci spieghi secondo te il segreto del suo successo?
“Plaza Suite” è una commedia che diverte in maniera elegante, senza ricorrere a volgarità di nessun tipo e in questo Neil Simon è certamente una garanzia. La cosa che trovo abbastanza interessante è che nonostante sia una commedia che è stata scritta nel 1968 ha degli argomenti che ancora fanno sorridere, nonostante siano dei clichè, come la segretaria col marito ricco e traditore, o il famoso produttore che vuole concupire la casalinga del New Jersey. Pur essendo stereotipi rimangono degli evergreen che divertono molto il pubblico . Quando si va sull’usato sicuro, diciamo così, in tema di idee non si sbaglia. Non ultimo, quando c’è un’affinità tra gli attori sulla scena, come c’è tra me e Tedeschi, quella è una cosa molto importante soprattutto in un caso come questo dove facciamo tre personaggi diversi, e l’affinità ci aiuta, conoscendoci bene sappiamo qual è il modo di porci sulla scena e di affrontare i ruoli, Tutto questo direi che è fondamentale.
E a proposito di queste tre donne che impersonifichi, ci vuoi fare un breve ritratto di ognuna?
La prima è una signora benestante con il marito che non accetta bene il proprio trascorrere degli anni e che come spesso accade ha una relazione con una giovane segretaria, e lei cerca di recuperare il rapporto col marito, prima con la dolcezza, poi con l’ironia e la disperazione, e la rabbia, e non si capisce bene come finirà. La seconda è una casalinga del New Jersey che va ad incontrare nella famosa suite del titolo un vecchio compagno di scuola che nel frattempo è diventato un famoso produttore di Hollywood. Solo che lei ha il desiderio di incontrare non tanto la persona, ma il personaggio e ciò che rappresenta, ovvero il mondo hollywoodiano del cinema, da cui è molto affascinata. La situazione è molto divertente, lei ha un’ingenuità tutta sua ed è molto buffa , mi diverte interpretarla.
E la terza, la mamma di una ragazza che non si vuole più sposare?
E’ una signora âgée felicemente succube del consorte ma anche disperata per via di questa figlia che ci ripensa e non vuole più convolare a nozze, e cerca in tutti i modi di tirar fuori dal bagno la ragazza. Dei tre personaggi che interpreto è il più remissivo, una signora d’altri tempi.
Da molti anni fai teatro. E’ la dimensione più giusta, più vicina a te per quanto riguarda lo spettacolo?
Sicuramente è quella che mi dà più soddisfazioni, e quella che mi appassiona di più, ormai sono quasi trent’anni che vado in scena. E come dice giustamente Corrado (Tedeschi, ndr) nel mondo di oggi il teatro è l’unica dimensione rimasta viva, reale e l’unico modo per vedere un attore dal vivo è andare a teatro, appunto, Il cinema, la televisione e ora anche il mondo virtuale che si sta affacciando nelle nostre vite rendono sempre più distante l’artista dal pubblico. A teatro poi si ha in ogni momento la misura di quel che si vale, senza filtri.
Non manchi, poi, di portare in scena dei recital interessanti, progetti tuoi dove ti si può anche lì venire a vedere. Quali sono?
Sì, c’è “Callas d’incanto”, poi “Non fui gentile fui Gentileschi”; sulla vita di Artemisia Gentileschi. Ed è in fase di scrittura per l’anno prossimo, sempre scritto da Roberto D’Alessandro, uno spettacolo su Frida Kahlo, nello specifico sarà trattato il suo rapporto con il marito. E sarà proprio D’Alessandro a essere in scena con me, a impersonare il marito di Frida. E’ ancora in fase di lavorazione ma è nei prossimi immediati progetti.
Essere attrice oggi, Debora?
Se vogliamo fare una battuta posso dire che siamo sempre di più, siamo in tanti in questo mondo a fare questo lavoro. Però io non mi posso certo lamentare perché ho sempre lavorato. Sicuramente, come lamentano molte colleghe che hanno la mia età ci sono pochi ruoli, però credo che siano periodi. Insomma, c’è posto per tutti, direi.
Il tuo rapporto col cinema, oggi, visto che fai tanto teatro? Ci sono ruoli e occasioni meno interessanti?
Beh, un po’ è quello, poi è anche perché ho sempre preso con largo anticipo i miei impegni teatrali, quindi è capitato che se anche ci sono state delle occasioni giuste poi non si potevano più fare. In effetti non ci sono molti ruoli interessanti, ma non è escluso che mi si veda al cinema ancora, io lascio tutte le porte aperte. E poi è bello avere la possibilità di poter scegliere, è una bella conquista.
Due domande di musica, Debora. Qual è la musica che ascolti di più oggi e in quali generi ti riconosci per la formazione che hai avuto, da ragazzina.
Diciamo che essendo cresciuta nell’epoca di Madonna, degli Spandau Ballet, i Duran Duran ascoltavo molto loro. Amo molto anche i Queen ma devo dire che io ho sempre ascoltato anche la musica classsica. L’’ascolto della musica secondo me dipende sempre dagli stati d’animo nei quali ci si trova, ci sono momenti e momenti, a volte fa piacere ascoltare quella moderna, contemporanea, altri in cui c’è bisogno di rilassarsi, e allora ascolto i grandi compositori che mi piacciono: Chopin, Tchaikovsky, qualche volta Bach. Posso dunque dire che il mio rapporto con la musica è vario, proprio a seconda di come mi sento.
Qualcosa di italiano?
Certo, mi piacciono anche i cantautori italiani, da Dalla a De Gregori. Quelli nuovissimi, i più recenti diciamo, faccio un po’ più fatica ad ascoltarli, il rap non mi appartiene molto, per dire. In questo sono vintage, sicuro.
Grazie Debora. E allora, viva il teatro , viva la musica. Viva l’arte tutta.
Certo. E vi aspetto a teatro, naturalmente!
La foto di copertina ci è stata gentilmente concessa da Debora Caprioglio