Un disco di godibili canzoni da viaggio, niente di più ma, anche, niente di meno. Jacopo Cislaghi, in arte Davys, esordisce con un album dal titolo “This is where I leave you” (E’ qui che ti ho lasciato), uscito il ventisette di Ottobre 2017.
Un CD gradevole, non c’è che dire, e facile facile da ascoltare in autostrada come pure nei percorsi più tortuosi e accidentati delle strade di montagna. Denso di reminiscenze beat di antica memoria, il disco si muove con molta agilità tra pop d’autore, rock, accattivanti melodie, graffianti echi di chitarra elettrica e un entusiasmo e una voglia di suonare decisamente da “opera prima”. Sostiene Cislaghi, a proposito della gestazione del disco, che “La parte complicata è stata scrivere delle canzoni che potessero accompagnare i testi, pur rimanendo gioiose e con un sound che potesse parlare a tutti”.
Tutti i brani, peraltro, si giovano delle prestazioni strumentali qualitativamente buone della band che accompagna Cislaghi/Davys in questa avventura discografica (Edoardo Grimaldi ai controcanti chitarre, piano elettrico, organo, synth, harmonica e percussioni, Carlo Yurel Calcaterra, chitarre elettriche, Federico Ardemagni, basso, Muddy Brambilla, batteria e percussioni, e ancora Federica Carobene ai controcanti e Gabriele Prada alle tastiere).
Nonostante la non eccelsa originalità di tutto l’insieme (la vena creativa di Cislaghi, invero, appare evidentemente orientata verso quel certo deja entendu british “easy” rock che tutte le stazioni radio, anche quelle del nostro paese, hanno sempre trasmesso più che volentieri) canzoni come Down South, Landing, Lungs e Here Forever non possono essere definite banali essendo viceversa ben costruite e idonee allo scopo per cui sono state scritte, quello cioè di intrattenere piacevolmente l’ipotetico ascoltatore.
Davys – This is where I leave you
il disco si muove con molta agilità tra pop d’autore, rock, accattivanti melodie, graffianti echi di chitarra elettrica