Sound&Vision

Dario D’Ambrosi @ Teatro Patologico

Scritto da Stefano Ciccarelli

Appese ad un filo, Il monologo di Dario D’Ambrosi è sul femminicidio con un testo straziante e avvolgente, che incatena lo spettatore dal primo all’ultimo secondo

Ellen Stewart del caffè la MaMa di New York un giorno varcando con Dario D’Ambrosi la soglia del luogo che attualmente è il Teatro Patologico e che al tempo era solo un mucchio di rovine fatiscenti, disse: “Dario devi prendere questo posto, devi prenderlo assolutamente, perchè questo è un posto magico, un un posto pieno di energia.”
Seguendo queste parole profetiche Dario continua senza sosta la sua opera ed in questi giorni sta mettendo in scena il XVIIII Festival del Teatro Patologico a Roma che proseguirà fino al 19 dicembre con l’opera teatrale “Il cappotto di Gogol” interpretato dalla compagnia stabile dei ragazzi del Patologico con la regia di Francesco Giuffrè.
Il festival è iniziato con un monologo di Dario D’Ambrosi sul femminicidio, “Appese ad un filo” testo straziante e avvolgente, che incatena lo spettatore dal primo all’ultimo secondo, una via crucis dell’anima dove al centro della scena c’è una croce che simboleggia il perdono e la lotta tra il bene e il male, e intorno quattro stazioni dove abiti femminili penzolano appesi a fili invisibili, quattro stazioni che sono la nascita, la scoperta, il primo rapporto e la genesi del cambiamento perverso che si fa avanti fino a vincere sulla coscienza.
Cadute, considerazioni e ricordi, Dario volteggia e massacra l’io del protagonista tra gli spiriti nudi e invisibili di quegli abiti appesi, fino alla fine dove l’uomo ritorna dove tutto è cominciato con la speranza di riavvolgere quel nastro ormai andato per sempre.
L’uscita di scena viene accompagnata dagli applausi del pubblico prima intermittenti e rispettosi poi crescenti fino a diventare incessanti. Dario ringrazia mentre la croce e gli abiti insanguinati dietro di lui ci ricordano che il mostro può nascondersi in ognuno di noi e ci urla la sua vendetta quando la visione soggettiva e distorta di un varca la sottile linea tra il bene il male fino ad arrivare a compiere l’osceno atto e cercando poi un perdono difficile da concedere e da raccontare.

Articolo di Edo Follino

Foto Stefano Ciccarelli

https://teatropatologico.com/festival-teatro-patologico-2021
https://www.facebook.com/people/Dario-DAmbrosi/100063275586444/

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Stefano Ciccarelli

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