Interviste

COVERLAND # 4 ALL ALONG THE WATCHTOWER (BOB DYLAN) COVER: JIMI HENDRIX

Scritto da Marco Restelli

Un brano dal sound profondamente folk acustico dominato da una sognante armonica

L’ORIGNALE

Fra le canzoni più conosciute di Bob Dylan sicuramente c’è All Along The Watchtower. Fu inserita nell’album John Wesley Harding che potremmo definire, in qualche modo, di passaggio e che il Bardo di Duluth registrò nel 1967 alla fine di un anno difficile (aveva rischiato di morire in un incidente in moto solo diciotto mesi prima).
Il pezzo parla di due personaggi quasi epici: un giullare e un ladro che discutono del decadimento morale del mondo ed intendono allearsi per cambiarlo. Nel testo ci sono elementi epici, ma anche profetici, visto che forti sono i parallelismi con un brano biblico di Isaia, che parla proprio di due cavalieri che preannunciano la caduta di Babilonia e l’imminente Apocalisse. A livello stilistico fu considerata una sorta di passo indietro, visto che dopo aver volutamente forzato la mano sul versante rock (la trilogia elettrica che lo aveva portato allo scontro con una parte del suo pubblico nel tour del 1966, ma gli aveva anche aperto le porte della gloria), il brano presenta un sound profondamente folk acustico e a dominare su tutto è di nuovo la sua sognante armonica.

LA COVER

Tanti sono gli artisti (U2, Neil Young, Pearl Jam e altri) che hanno ripreso questo pezzo di Dylan, come d’altronde tutto il suo catalogo, ma la storia ha consacrato una sola versione come la migliore in assoluto. Stiamo parlando ovviamente della cover che Jimi Hendrix pubblicò nel 1968 per il suo terzo disco Electric Ladyland (curiosità il singolo uscì in realtà un mese prima di quello di Dylan, che ne aveva ritardato l’uscita quasi di un anno rispetto a quella dell’album) e che portò tanta fortuna alla sua carriera e al brano stesso.
Per registrare All Along The Watchtower, Hendrix ci mise diversi mesi visto che da perfezionista quale era volle risuonare lui stesso alcune parti (a quanto pare, comprese quelle di basso), nonostante il lavoro fosse già praticamente terminato. L’arrangiamento è energicamente rock e totalmente sconvolto rispetto all’originale, con gli assoli magici di chitarra elettrica a sostituire l’armonica.
Il risultato finale senza dubbio premia il meticoloso artista americano visto che lo stesso Dylan ha apertamente ammesso di essere rimasto piacevolmente colpito dalla versione elettrica di Hendrix e quando l’ha eseguita dal vivo l’ha sempre preferita in tale veste, rispetto alla propria (ascoltate il live Before the flood del 1974, suonato insieme a The Band di Robbie Robertson e soci).
Effettivamente ascoltarla, ancora oggi, provoca ogni volta grandi emozioni, rinnovando l’ammirazione per un chitarrista realmente unico.

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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