Ambientazione suggestiva e sognante per il primo evento (6 settembre) della rassegna autunno-inverno della rassegna Corti, chiese e cortili, organizzato dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio di Valsamoggia. Atmosfera onirica – corredata da contrafforti medievali, luna, stelle e soave brezza settembrina – che è apparsa a tratti in stridente contrasto con il tema e le intenzioni di questo progetto musical-teatrale dedicato alla rivisitazione del quinto album del cantautore bolognese – “irriducibile e senza compromessi” – Claudio Lolli, icona vivente del movimento politico bolognese del ’77, premio Tenco 2018, scomparso nell’agosto dello stesso anno.
Pubblicato negli stessi mesi in cui nelle piazze e strade di Bologna si consumavano gli scontri più cruenti tra polizia e manifestanti, Disoccupate le strade dai sogni potrebbe apparire come un album datato, improponibile nel contesto socio-politico-culturale attuale, se non in chiave celebrativa e nostalgica, sembra invece avere scommesso sul contrario: mostrare a un pubblico folto, ma piuttosto distante, che album e autore non sono da comprendere in modo didascalico e letterale quanto piuttosto in stile apocalittico e visionario, come profezie della condizione di distanziazione sociale e di “implosione degli orizzonti politici” che abbiamo vissuto e stiamo vivendo durante quest’anno di “strade deserte, vuote, di uomini e di cani, sbarrate come corpi senza occhi e senza mani” (cit. dalla voce narrante di L. Bianconi, che ha “incorniciato” i brani musicali dell’album).
Secondo i Claudio Lolli’s Electric Dreams – ensemble che ha riattualizzato l’album in chiave electric-jazz, avvalendosi di un uso massiccio di sintetizzatori e di drums machines – nelle Albe meccaniche e negli Incubi numero zero di cui ci narra Lolli nell’album del ’77 si scorgerebbero presagi e segni premonitori delle paure, angosce, passioni tristi e amori inutili e precari che caratterizzano ogni istante del nostro tempo “disgregato e derelitto”: un’epoca che ha barattato speranze e felicità in cambio di “fotocopia d’assegno, di un portamonete, un falso diploma, una ventiquattrore” (cit. da C. Lolli). Disoccupate le strade dai sogni ci parlerebbe insomma di un mondo levigato dalla tecnica e asservito agli imperativi fluidi del capitale che non conosce più nessuna umanità. Metaforizzato nel contrasto tra la ritmica elettronica fredda e martellante e l’elemento caldo e pacatamente emotivo della voce e dei sassofoni, tale assunto non è apparso sempre musicalmente convincente. Un po’ di empatia e spontaneità in più – anziché glamour tecnologicamente levigato – potrebbero giovare a un progetto che avrebbe le potenzialità per far sentire meno soli gli sparuti, ma non ancora estinti, “zingari felici” dei nostri giorni.
Alessandro Corona / Alberto Gualandi
L’ensemble è composta da:
Serena Zaniboni, voce,
Alberto Gualandi, sassofoni,
Giulio Stermieri, tastiere,
Frank Martino, chitarra 8 corde ed elettronica,
Leonardo Bianconi, voce narrante