Il romanzo lo si legge, se ne percepisce il messaggio perché ha in sé l’immediatezza, ma per la poesia l’approccio è e dev’essere diverso. Leggere una poesia è come guardare dentro uno specchio d’acqua: si colgono i particolari deformati di un fondale che le onde e la luce cambiano di continuo, si coglie il guizzo improvviso di qualche pesciolino che passa e scompare, la luce riflessa in un sasso e, infine, l’immagine distorta di noi che danza sulle onde. Ho aspettato, dunque, una calda notte d’estate e il chiassoso silenzio della Natura circostante, ho sistemato nel mio lettore cd un album in cui il pianoforte è l’unico protagonista e mi sono regalato Adagio con brio (trentanove poesie e una “canzone”), prima raccolta di poesie di Claudia Erba, amica, collega di redazione ma, soprattutto, poetessa.
Le parole sono scivolate lente, accompagnate dalle note calde e malinconiche della musica, illuminando brandelli di vita vissuta. Immagine dopo immagine ho scorto i chiaroscuri della mia vita e, nella solitudine, mi sono sentito meno solo. A dominare è l’uso sapiente delle parole che, colte o quotidiane che siano, scoprono e lacerano. Claudia Erba osserva dentro e fuori di sé, racconta e si racconta universalizzando il suo sentire. S’intuiscono le emozioni e le sensazioni che l’hanno ispirata ma, con le parole, illumina un sentire mai sepolto nella memoria di ognuno. Ma se le parole sono spesso caustiche, è altrettanto vero che sono proprio il raccontare, il leggere, il meditare che spingono alla riflessione e alla presa di coscienza, fattori imprescindibili per rialzarsi e intraprendere la via della speranza. Il potere della parola. Il potere della poesia.
Il libro è edito per Catartica Edizioni e ha inaugurato la collana di poesia Tremori.
Claudia Erba – Adagio con brio
Claudia Erba osserva dentro e fuori di sé, racconta e si racconta universalizzando il suo sentire