Più che parlare di un disco vorrei raccontare una storia: Chris Obehi nasce in Nigeria nella splendida ma complicatissima Africa; nel 2015 è costretto a scappare attraverso numerosi paesi e arrivato in Libia viene incarcerato; dopo questa traumatica esperienza che ancora oggi fatica a raccontare, attraversa il Mediterraneo su uno dei famosissimi barconi della speranza; finalmente arriva a Lampedusa e quindi a Palermo che diventa la sua città di adozione.
Sembra di ascoltare un normalissimo telegiornale o di leggere l’incipit dello splendido libro di Dave Eggers (Erano solo ragazzi in cammino) ma è la storia a lieto fine di un artista che ha trovato nella musica lo strumento per liberarsi, integrarsi e mostrarci la sua cultura. Quando era in Nigeria infatti, suonava basso e pianoforte; approdato nel capoluogo siculo ha cominciato a frequentare locali dove si è potuto esibire in insolite jam session, ha imparato a suonare anche la chitarra e ad amare le nostre sonorità; infine ha composto questo disco mescolando il pop di stampo italico con il funky e i ritmi tribali del suo continente. E per dimostrare che l’amore sbocciato per la musica isolana è molto profondo, ha voluto includere una cover di Rosa Balistreri, Cu ti lu dissi cantata in un credibile dialetto siciliano.
In alcune canzoni racconta del suo lungo viaggio e delle sofferenze che ne sono derivate ma soprattutto parla di amore e di speranza, tanto che la sensazione finale è quella di un disco consapevole ma allegro e positivo.
Per raccontare queste nove storie ha scelto diversi linguaggi: l’inglese, l’italiano, il dialetto siciliano e alcuni idiomi nigeriani per testimoniare l’interscambiabilità e la vicinanza di queste culture.
Mama Africa irrompe dalle casse con un ritmo tribale irresistibile e una melodia godibilissima. Nella delicata Walaho, gli arpeggi della chitarra classica sono l’unico accompagnamento ad un cantato in Esan, un dialetto nigeriano; è dedicata alla madre e il ritornello le chiede aiuto per non “sbagliare strada”. Fly away è una dolcissima canzone d’amore che per ritmo e mood ricorda Xavier Rudd, un artista australiano che combatte per i diritti degli aborigeni.
La copertina invece, sembra citare i versi di Lucio Dalla:
“Dice che era un bell’uomo e veniva,
Veniva dal mare.
Parlava un’altra lingua però…”
In questo caso, “sapeva cantare e suonare” canzoni che vale davvero la pena ascoltare.
TITOLO CD
Obehi
BAND
Chris Obehi
ETICHETTA
800A Records
ANNO PRODUZIONE
2020
GENERE MUSICALE
World music