Caterina Palazzi è una musicista poliedrica: contrabbassista, leader della band italiana Sudoku Killer, le sue composizioni spaziano dal jazz, al noise, alla psichedelia. Vanta collaborazioni con celebri nomi del panorama jazzistico e rock, quali Roberto Gatto, Stefano Bollani, Gianluca Petrella, Pierpaolo Capovilla. Nel 2023 ha aperto i live di Kim Gordon. Di questo e altro mi ha raccontato in questa piacevole intervista.
Qual è stato il tuo primo contatto con la musica? Passione nutrita in famiglia?
Non provengo da una famiglia di musicisti, ma ho avuto la fortuna di crescere con l’ascolto di Mozart e di aver frequentato il coro dell’accademia filarmonica romana in tenera età, ricordo la sensazione di “dolce malessere” che mi pervadeva (ovvero la musica mi piaceva a tal punto da star male).
Quali i principali ascolti agli inizi del tuo percorso e cosa prediligi ascoltare attualmente?
Oltre al già citato Mozart fin da piccolissima, che rimane il primo e ultimo amore, sono passata dalla classica al rock in età adolescenziale quando ho iniziato a suonare la chitarra elettrica dopo essere rimasta folgorata dall’intro del pezzo Jumping Jack Flash dei Rolling Stones. Ma il “dolce malessere” l’ho provato di nuovo con i Nirvana. In seguito, mi sono avvicinata al jazz e alla musica contemporanea, affascinata dalla complessità di quei filoni, per poi tornare però ad ascolti più carnali ed emotivi. Attualmente ascolto poca musica, perché nel poco tempo libero che ho da lei preferisco altro tipo di ispirazione (libri, film, cimiteri…).
Puoi raccontarci della tua band “Sudoku Killer”: come è nato questo progetto e quali le modalità di composizione degli album?
Sudoku Killer è il mio progetto più longevo, band nata nel 2007 e per cui è un vanto essere ancora in 3 su 4 componenti originali. Dopo 12 anni passati in road tour in tutta Europa con puntate anche in Asia, oltre 700 concerti in luoghi diversissimi (dal locale punk al jazz club, dal festival sperimentale a quello metal) siamo passati a una fase che definiamo “poco ma buono” anche a causa delle minori energie e complice la crisi economica. Sudoku Killer è una pentalogia, il quarto capitolo è pronto e in attesa di essere registrato e descrive un ulteriore passaggio della mente umana nell’oscurità: ogni brano del nuovo album è dedicato a una sindrome psichiatrica. Se nel terzo album l’essere umano, immerso nel caos sociale ed esistenziale, comincia a essere attratto dal male e la figura del “cattivo” diventa affascinante e non più spaventosa, in questo quarto album inizia la degenerazione mentale in un abisso di psicosi e follia. Un’unica suite di 50 minuti caratterizzata da sbalzi dinamici vorticosi che ricordano le orchestre classiche e con bruschi passaggi da momenti totalmente acustici soft a violente distorsioni rock. Frutto di lunghi sopralluoghi in ex-manicomi e ospedali psichiatrici, nasce un flusso musicale in cui si passa dalla surreale sindrome di Todd alla disgustosa sindrome di Ekbom alla pericolosa sindrome di Capgras, e molte altre. Il quinto album, ultimo della serie, avrà come protagonisti dei brani i serial killer più famosi della storia, figure che incarnano per antonomasia il peggiore dei mostri: commettono azioni folli ma non sono “pazzi”, sanno distinguere il bene dal male e scelgono consapevolmente il male, incapaci di provare empatia o rimorso per gli altri esseri umani.
Come è stata l’esperienza dei live di apertura ai concerti di Kim Gordon? Aneddoti curiosi durante il tour?
È stata un’esperienza bellissima e importante che ricorderò sempre. Anche difficile, abituata ai concerti in cui la gente viene per sentire me mi sono trovata a dover “conquistare” un pubblico nuovo. L’aneddoto: in una delle date del tour non era possibile inserire opening in quanto il tempo disponibile concesso dal comune era strettissimo, ma Kim si è impuntata per avermi anche lì, comunicando agli organizzatori che se il tempo era poco avrebbe fatto lei un paio di pezzi in meno per dar spazio a me.
Progetti artistici immediati e futuri?
Oltre al quarto album Sudoku Killer, sono impegnata in tour con il mio progetto solista su Dracula “Zaleska” (un’orchestrina funebre solitaria), più varie collaborazioni: in duo con la violoncellista Flavia Massimo, con il visual designer Kanaka e una nuova performance sull’Inferno di Dante con l’attrice Valentina Sciurti.