C’è un’immagine di questa lunga e calda estate che mi ha colpito particolarmente, la fotografia della lava di un vulcano in eruzione che invade e copre la strada che porta alla città di Grindavik in Islanda. Oltre ad essere un’immagine spettacolare è anche molto evocativa. Rimanda all’inevitabile riflessione sul conflittuale rapporto tra l’uomo e la natura. Dimostra ancora una volta che la natura si reimpossessa dello spazio occupato dall’uomo.
Gli islandesi hanno tutto il diritto di costruire un collegamento con la città e il vulcano non può certo controllare e deviare il corso della lava. Chi dei due ha ragione? Il vulcano o l’uomo? Temo non ci sia un giudice in grado di stabilire una colpa e una conseguente pena ma sta di fatto che l’uomo dovrà trovare una soluzione e quindi adattarsi.
Ma quella lava scura e indurita che in breve tempo ha nascosto gran parte della strada, può essere letta anche come la metafora sempre attuale dell’eterno tentativo di alcuni di nascondere la verità ad altri. La volontà di ammantare, confondere e spostare l’attenzione su altri eventi per oscurare la realtà, soffocare le voci che gridano, deviare il corso della giustizia, occultare la sofferenza.
Una colata lavica, apparentemente senza controllo, di false notizie, di frivoli pettegolezzi o fatti di nessuna importanza ma molto pubblicizzati, utili a distrarre, nascondere e inghiottire quel che non si deve sapere.
Una lava mediatica che una volta indurita sarà difficile da scalfire. C’è sempre qualcuno che con pazienza e determinazione prova a picconare quella coltre dura di menzogna e riportare alla luce frammenti di quel che è stato veramente, anche se spesso la verità non interessa a molti.
Cambi di Stagione – La lava incandescente
Una colata lavica, apparentemente senza controllo, di false notizie, di frivoli pettegolezzi o fatti di nessuna importanza ma molto pubblicizzati, utili a distrarre, nascondere e inghiottire quel che non si deve sapere