Non si può certo dire che quest’ultimo CD dei Caltiki (“Amazzoni”, composto da dieci canzoni che hanno tutte per titolo un nome di donna e che sommano un totale di circa trentacinque minuti di ascolto musicale) non sia piacevole da ascoltare o che manchi dell’energia necessaria per farvelo godere come si deve.
Caltiki è il nome del mostro immortale (protagonista di un vecchio film di Riccardo Freda dal titolo omonimo uscito nel 1959) da cui il gruppo romano prende il nome. TGD (voce e basso), Giulio Filippini (chitarra) e Marco Montesano alla batteria sono i tre componenti di un gruppo che ha nel proprio DNA un rock marcatamente italiano che tuttavia affonda le proprie più intime radici nella musica statunitense degli anni Cinquanta e Sessanta. Garage, beat, Rock ‘n’ roll, Le canzoni dei Caltiki sono generalmente permeate da suggestioni psichedeliche anche se all’interno dell’album non mancano episodi che, per l’estremo vigore musicale che riescono a sprigionare, da un lato avvicinano “pericolosamente” il gruppo a lidi punk (è il caso di “Luna”, ultimo brano del disco), dall’altro, per il loro andamento tipico che ricalca la struttura tradizionale di un genere immortale, addirittura al Rock ‘n’ roll primigenio.
Il rock è declinato dai Caltiki nelle sue più svariate fogge. Anche la melodia, a rendere “Amazzoni” più accattivante, trova posto tra i solchi.
Unica falla di quest’album molto gradevole, la sensazione di già sentito che aleggia su tutto il disco. Mancano, nella musica dei tre capitolini, quegli elementi di originalità e di innovatività che avrebbero dato all’album ancora più spessore.
Caltiki – Amazzoni
Caltiki è il nome del mostro immortale, protagonista di un vecchio film di Riccardo Freda dal titolo omonimo uscito nel 1959