Fa capolino anche da noi un interessante disco “carioca” intitolato Miocardio, opera prima di Barro, giovane cantante, musicista e autore di canzoni originario del nord – ovest del Brasile il cui vero nome è Filipe Barros. Qui da noi il nome di Barro è praticamente sconosciuto, ma in Brasile sembra aver raggiunto un certo livello di notorietà, prova ne sia che di Miocardio già nel mese di Agosto ha parlato anche l’edizione brasiliana di Rolling Stone.
L’artista brasiliano propone una gradevolissima e raffinata miscela di suoni esotici, pop e rock. La caratteristica principale di tale amalgama sonoro sembra risiedere nell’esaltazione gioiosa della melodia e nella estrema godibilità di tutti i brani che fanno parte dell’album. Le coordinate dell’intero lavoro passano per un suono molto ricco, la presenza di un gruppo di strumenti a fiato che insieme alla sezione ritmica e a un impiego moderato dell’elettronica appare in grado di conferire ai brani suggestioni insolite e originali nonché arrangiamenti di alto livello per accuratezza, partecipazioni di tutto rispetto praticamente in tutti i brani del CD (Catalina García, Lisa Moore, Juçara Marçal, la nostra Serena Altavilla (Calibro 35) e i musicisti più noti della scena musicale di Recife, città dello stato brasiliano del Pernambuco da cui Barro proviene, come Jam da Silva, Gilú, Mauricio Fleury e il bassista Dengue dello storico gruppo Naçao Zumbi).
Tra tutti i tredici brani del disco riteniamo vadano assolutamente segnalati Despetalada (senza petali, in lingua portoghese) e Miocardio, ballate corpose e dall’andamento malinconico eseguite con tanto di sezione d’archi (Despetalada), di chitarra classica (entrambe le canzoni) e di flauto (Miocardio).
Curiosità: come è precisato anche nella nota stampa in Miocardio convivono diverse lingue, se si pensa al cantato in cinque idiomi diversi (portoghese, inglese, francese, spagnolo e italiano).