La dipartita, pare per dissidi artistici, da parte di Alex Varkatzas, colui che per ventidue anni ha traghettato gli Atreyu, lascia un grosso punto interrogativo su Baptize, il nuovo album della band di Orange County.
Brandon Saller reggerà il peso del novello frontman, proprio lui che ha passato una vita dietro le pelli, nascosto nelle retrovie? I sospetti della piega che potrebbe aver preso il nuovo corso del quintetto californiano li ho chiari nella mia mente. E’ da capire se troveranno un effettivo riscontro durante l’ascolto di questo disco.
La combo iniziale composta da “Strange Powers Of Prophecy” e “Baptize” mette in mostra vocalizzi particolari con sovraincisioni incastonate magistralmente tra loro. Non so bene a quale divinità del metal sia rivolto il grido di aiuto in “Save Us”, fatto sta che probabilmente si sarà girata dall’altra parte delegando a qualche collega pop il compito di salvarli, perché, parliamoci seriamente, le sonorità si sono ammorbidite come non mai e l’allontanamento di Varkatzas, che faceva un uso abbondante di screaming, non poteva che rendere il tutto più digeribile, con ritornelli iper orecchiabili a togliere le classiche castagne dal fuoco. Ecco, “Underrated” ne è un esempio lampante con un chorus facilone che entra a gamba tesa per scampare il pericolo del brano anonimo.
L’egemonia dei refrain cessa in “Dead Weight” e con essa si prende una pausa anche l’irruenza, decretando una fase di stasi a metà tra una ballad rockettara e una melodia che mozza il fiato.
Finalmente in “Catastrophe” possiamo ammirare il lavoro di doppio pedale del nuovo batterista Kyle Rosa, già con Saller negli Hell Or Highwater, che rispedisce gli Atreyu ai fasti della Victory Records e del loro debutto Suicides Notes And Butterfly Kisses.
Si prosegue ad ampie falcate e si ha frequentemente la sensazione che con la giusta durata si potevano evitare episodi poco convincenti come la pedissequa “Untouchable”, che si concede anche il lusso di un ospite d’onore come Jacoby Shaddix dei Papa Roach, o “Fucked Up”, in cui si entra in competizione con i Fever 333 e si perde il confronto a mani alte.
C’è anche il momento gossip con l’ugola della moglie di Saller, Ashley, prestata al ritornello simil trap di “Sabotage Me”. L’ultima curva è rappresentata dall’anthem “Warrior” con la guest star Travis Barker dei Blink 182 e il cui ritornello cita il detto “ciò che non mi uccide mi rende più forte”: riferimenti ad una tempesta superata e a pericoli oltre il crepuscolo resi effimeri dalla loro abituale forza d’urto.
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Atreyu
Spinefarm Records
Search And Destroy Records
Atreyu – Baptize
I sospetti della piega che potrebbe aver preso il nuovo corso del quintetto californiano li ho chiari nella mia mente