Pop Corn

THE CLASH, STRUMMER JONES SIMONON HEADON

Scritto da Annalisa Nicastro

“No Elvis, Beatles or the Rolling Stones in 1977” cantavano The Clash, mentre vivevano in quell’anno pienamente l’ondata della musica e della cultura punk.
1977 è il titolo di una canzone dei Clash che attraversa gli anni dal 1977 al 1984, in cui la band britannica vuole un mondo senza “Elvis, Beatles or the Rolling Stones” e preannuncia in qualche modo il proprio periodo di esistenza. Infatti la band nasce nel 1976, ma comincia a muovere i primi passi nel 1977: salta, corre, spinge e “poga”, ma si ferma definitivamente prima dell’anno 1984.
La Isbn Edizioni ripropone questo viaggio nel tempo: The Clash è la biografia composta dalle interviste rilasciate da ogni membro del gruppo messe a confronto e cronologicamente ordinate dal 1976 al 1983. “Questo libro presenta, per la prima volta in assoluto, la storia dei Clash raccontata dai Clash, con le loro parole” scrive Mal Peachey, autore dell’introduzione ed editore del libro, convalidando tale affermazione dichiarando nella prima pagina che “il diritto di Mick Jones, Paul Simonon, Topper Headon e il patrimonio di Joe Strummer di essere identificati come gli autori di questo libro è sancito in accordo con il Copyright”.
Dopo un breve resoconto delle vite e della formazione ufficiale dei Clash, per capire come hanno vissuto prima di diventare The Clash, inizia la vera storia quando si parla della nascita della loro passione per la musica.
E sono proprio i racconti di Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Nick “Topper” Headon che ci portano a Londra, a Kingston e a New York; entriamo nelle sale prove, nelle sale di registrazione, nei locali in cui i Clash hanno ricevuto il “calore” del pubblico (il pogo, il lancio delle bottiglie e…gli sputi), saliamo sui palchi del White Riot Tour, possiamo ascoltare le voci che giravano nel backstage dello sfortunato Anarchy Tour con i Sex Pistols e The Damned. Particolare importanza viene data anche al rapporto (in alcuni momenti anche difficile) dei componenti della band con Bernie Rhodes, manager del gruppo, che ne determinò fortemente, soprattutto all’inizio, la fortuna e il look.
Ogni evento è scrupolosamente documentato non solo dalle parole, ma anche dalle immagini dei Clash, corredate molto spesso dagli articoli di giornale, annunci e paginoni pubblicitari oltre all’elenco completo delle date di ogni tour e i gruppi spalla. Si ha quasi l’impressione di esserci stati a Londra a cavallo tra gli anni ’70 e ‘80 (soprattutto per chi non ha avuto la possibilità di poterli vivere) basta accendere lo stereo mettere su qualche pezzo dei Clash e ci ritroviamo in fila per il sussidio di disoccupazione, che spesso i musicisti erano costretti a dover prendere per sopravvivere, oppure alle prove quando ancora Paul stava imparando a mettere le mani sul basso, o ancora sul tetto di un magazzino di Camden Town quando Topper, Pual e Joe vennero arrestati per aver abbattuto con un fucile ad aria compressa alcuni piccioni da corsa di grande valore…
Purtroppo dopo 7 anni di intenso e affiatato lavoro, nel 1982 gli attriti tra i componenti del gruppo portarono alla cacciata di Topper a causa della sua tossicodipendenza. “Era l’inizio della fine” afferma Joe, “È quasi come la canzone 1977, che finisce con la parola “1984”. Probabilmente è così che doveva andare, sai?” (Mick Jones). Nel giro di un anno il gruppo era orami finito, proprio come avevano prannunciato i Clash in 1977.
Una biografia completa di documentazione oggettiva e soggettiva, fatti realmente accaduti misti alle emozioni dei protagonisti. Da lodare è soprattutto il lavoro (soddisfacente e per certi versi maniacale) di ricerca che c’è dietro e che ci accompagna passo passo sulla strada dei Clash. Partiamo dal punk, ma non restiamo sempre e comunque nel punk. Non dimentichiamo che The Clash vengono attratti molto dal sound giamaicano (proprio a causa degli ambienti che avevano frequentato) prediligendo il reggae e a volte lo ska; passano attraverso il rock, testimoniato fortemente da London Calling, e (perché no) il jazz e il rap (Sandinista!). Questa era la grande caratteristica che differenziava The Clash dagli altri musicisti che abbracciarono la filosofia punk.

Mina Chiarelli (21.12.08)

The Clash
(traduzione italiana a cura di Claudia Benetello e Anna Mioni)
Isbn, 2008

pp. 378, € 49,00

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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