Recensioni

Ritmo Tribale – La rivoluzione del giorno prima

Scritto da Gigi Fratus

I Ritmo Tribale lasciano sempre un segno indelebile nella musica italiana d’autore

17 Aprile 2020, è la data. Ritmo Tribale vent’anni dopo, la sfida. La rivoluzione del giorno prima, il titolo.
Un album inaspettato, forse. Di certo un album che finalmente rispolvera il buon vecchio e sano rock all’italiana: quel rock fatto di suoni ruvidi ma non troppo e di testi ruvidi non poco.
Già solo per questo ci sarebbe da gridare al miracolo vista la pochezza dell’attuale scena italiana in questo specifico ambito.
Ci sono voluti ventuno anni per partorire un album che ha tutte le carte in regola per riprendere e sviluppare il percorso creativo abbandonato nel 1999 con “Bahamas”.
Saranno pure passate due decadi ma la ruggine di certo non ha intaccato minimamente le chitarre taglienti di Fabrizio e Scaglia, così come il martellare sulle pelli di Alex. Talia continua a tessere tappeti sonori di grande suggestione con le sue tastiere ed Andrea batte il tempo con il suo basso.
Questi ragazzacci degli anni ’90 non solo non hanno sentito il peso degli ultimi vent’anni ma hanno confezionato un disco che entra prepotentemente nella testa dell’ascoltatore riproponendoci la stessa carica ed intensità di quando, giovincelli, calcavano i palchi di tutta Europa.
Dopo Intro dove si indica chiaramente come la Libertà sia l’argomento piu’ spinoso da trattare di questi tempi, si parte subito forte con Le cose succedono, brano che ha una fortissima connotazione rock, la batteria ed il basso scandiscono il tempo in maniera impeccabile e le chitarre fendono l’aria con le loro distorsioni chirurgiche di Io non voglio vivere come fossi mai nato. E’ già, di per sè il nuovo slogan dei Ritmo Tribale del nuovo millennio. Si prosegue con quello che è stato il primo singolo estratto, per’altro datato 14/12/2018 (oh yes, Duemiladiciotto), e questo la dice lunga sulla genesi e sulla cura messa nella composizione del disco.
L’intro acustica ci trasporta nel magico mondo della band milanese senza se e senza ma… poi il brano prende respiro e La rivoluzione del giorno prima prende il largo contagiandoci irrimediabilmente, fino a non poterne piu’ farne a meno.
Riff pesante e poi: Prendi il tuo posto, prepara il gioco, evoca la notte, accendi un fuoco, indossa la meschera e la penna rimane, illuminazione… illuminazione… batti il tamburo, vibra ogni colpo, colpo di tamburo, o amata madre di libert‡…abbracciami.
Riff pesante dicevamo, pesante ed ipnotico come la voce di Scaglia mentre la batteria col suo incedere dona potenza e respiro a Resurrezione-show quarto pezzo carico di rabbia e, forse, di una disperata speranza.
Milano muori ha un inizio blueseggiante che ancora una volta mette in risalto la rinnovata vena creativa tutt’altro che scontata che la band ha ritrovato.
Il terzo singolo estratto è una canzone che rispecchia molto i canoni della scrittura RT con un tocco di freschezza che rende il pezzo attualissimo ed intrigante. Attuale anche perchè funestamente profetico visti i giorni che stiamo attraversando. Un nemico invisibile, che non ha nome e ne ha mille vuole distruggere la città.
Jim Jarmush lascia trasparire l’anima punk/core degli RT ed è una vera sferzata di energia anche se pare essere piu’ un divertissement che altro.
L’album prosegue con Cortina un brano che contiene una certa dose di psichedelia con la chitarra di Fabrizio che si insinua qua e là scagliando lampi ed aprendo squarci su un tappeto musicale compatto.
Il penultimo pezzo si intitola Autunno e all’attacco ha nuovamente un giro acustico (dopo una breve intro di tastiera), che si mantiene per tutta la lunghezza del brano. Un esperimento ben riuscito con un arrangiamento molto ricco di spunti interessanti.
A chiudere il tutto i Ritmo Tribale ci (ri)propongono un brano che vide la luce nel 1994 su quello che da tutti viene considerata il loro capolavoro, ovvero Mantra. Trattasi di Buonanotte qui riarrangiato per sola voce e piano e che dona una nuova veste ad un pezzo, forse troppo sottovalutato ai tempi. La voce di Scaglia ci regala un’interpretazione da pelle d’oca per intensità e pathos.
Che foste, come il sottoscritto, già fan dei Tribali oppure no, il consiglio è di non perdervi questa chicca, e sperare che altre band possano seguire le orme, nuovamente tracciate, di una delle band cult del panorama rock italiano. Una band che,come ieri, anche oggi e sicuramente domani lascerà un segno indelebile nella musica italiana d’autore.

Tracklist:
Intro
Le cose succedono
La rivoluzione del giorno prima
Resurrezione-show
Milano muori
Jim Jarmush
Cortina
Autunno
Buonanotte

Band:
Andrea Scaglia: voce, chitarra
Fabrizio Rioda: chitarra
Andrea Filipazzi: basso
Luca Talia Accardi: tastiere
Alex Marcheschi: batteria

About the author

Gigi Fratus

Nato a Seriate (Bg) nel 1969, due grandi Amori, mio figlio Mattia e la mia Morgana, un’Aprilia RSV del 2003.

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