Sound&Vision

Lydia Lunch @ Frida nel Parco

«Voglio essere umiliata se qualcosa di quello che faccio dovesse diventare un successo commerciale»

Sempre controcorrente Lydia Lunch approda a Bologna in una situazione tipo club londinese/ newyorchese, un posto piccolo all’aperto ma pieno di appassionati del genere “no New York”, disco uscito nel lontano 1978 e prodotto da un giovane Brian Eno.
Bisogna tornare indietro di un bel po’ quando Lydia fece i primi passi a quindici anni; nel corso della sua carriera ha sfidato le convenzioni in molti modi al di fuori della musica. La sua voce singolare si è prestata a film, poesie, parole, libri, fumetti, podcast e persino auto-potenziamento.
Le sue collaborazioni includono Sonic Youth, Einstürzende Neubauten, Nels Cline, Hubert Selby Jr. e innumerevoli altri.
Ostile, volgare e senza filtri, l’iconica spavalderia di Lunch è qualcosa che tutti vogliono ma che pochi potrebbero gestire; in parte perché non è mai entrata nel sistema mainstream. Lydia è la giovanissima madre del movimento No Wave, la sorella maggiore di altre, estreme figure che, seguendo percorsi paralleli, in altri contesti, creeranno personaggi dalla peculiare identità musicale, oltre che esteriore.
Tra passato e presente, a proprio nome più recenti, va citato almeno Marchesa, personale tributo a De Sade realizzato insieme a Stefano Rossello della Rustblade. Con il ghigno sulfureo di un Vincent Price che ha appena bevuto una tazzina di catrame incendiato, la Lunch sciorina i suoi rantoli sgraziati su uno spettrale brodo di glutammato elettronico, ora costeggiando un dark-ambient Lustmord-iano, ora abbracciando certo vintage sintetico alla Wendy Carlos, premurandosi di arrotare ogni consonante con la spietata intensità del carnefice senza rimorsi. L’attacco di questa, mostra delle atrocità. E’ tanto gutturale da far impallidire il Tom Waits di “The Black Rider”, il resto una mezz’ora di ordinaria amministrazione spoken word. Il caro DAF, ne siamo certi, avrebbe gradito.
A parte questo progetto, il lavoro di Lydia Lunch non è prevedibile per alcuno. Ogni sua esibizione dal vivo rende perplesso lo spettatore, spaventandolo e rendendolo perplesso ma anche assorbito da ciò che vede e ascolta. Se lo spettatore e l’ascoltatore sono abbastanza aperti, sarà anche tremendamente ispirato…

Frida nel Parco (Bo) 9 6 2023
Lydia Lunch – voce
Weasel Walter – chitarra
Kevin Shea – batteria
Tim Dahl – basso

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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