Recensioni

Leo Pari – Resina

Scritto da Claudio Donatelli

Leo Pari con Rèsina si dedica al racconto appassionato di storie amorose, vissute nella lo

Leo Pari è un musicista e autore italiano dalla continua attività musicale. Dal 2006 ha iniziato a pubblicare album con il primo titolo LP al quale è seguito Lettera Al Futuro del 2009. Entrambe i dischi si distinguevano per sonorità elettrofunk morbide ed intime con una spiccata attitudine alla scrittura di testi romantici.
Nel 2010 arriva un sostanziale cambiamento nella musica di Leo Pari, forma il progetto San La Muerte e pubblica un disco più aggressivo nelle sonorità e rock nella scrittura di musica e testi. Con questo omonimo album raccoglierà successo di critica e pubblico, con live anche negli States.
Nello stesso anno fonda l’etichetta Gas Vintage Records con la quale pubblica i suoi stessi lavori e si dedica alla produzione di altri artisti.
Alla fine del 2011 Leo Pari arriva a pubblicare il suo terzo album dal nome Rèsina, probabilmente il primo di una trilogia. Decisamente le passate passeggiate nel mondo rock hanno fatto cambiare approccio alla creazione delle canzoni di questo giovane autore. Non più campionatore e pc, ma chitarre, banjo, pianoforte, per creare le atmosfere di questo nuovo disco.
Leo Pari con Rèsina si dedica al racconto appassionato di storie amorose, vissute nella loro semplice e complessa quotidianità. Un po’ di sano sfogo, un po’ di malinconici ricordi.
Musica folk con un pizzico di vintage sia negli arrangiamenti che nei suoni. Tutto realizzato da Leo Pari, con il diretto aiuto di Marco Fabi, più la collaborazioni di molti artisti tra i quali Roberto Angelini, Pier Cortese. Questo giovane autore italiano sta costruendo la sua carriera con grande sacrificio e passione, più di 300 live negli ultimi anni, molte le sue collaborazioni, continua la sua attività di scrittura.
Rèsina è un disco che ha le idee chiare, molto direttamente parla all’ascoltatore, non artefatto e ben realizzato nei suoni. Parte in sordina con canzoni più semplici e pop, per poi acquistare profondità e sostanza durante l’ascolto nelle ultime 6 tracce. Disco di sicuro non originalissimo negli intrecci musicali ma perfetto per un pubblico che ama atmosfere malinconiche di quel folk anni ’70 che in Italia ha lasciato il segno.

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Claudio Donatelli

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