Pop Corn

Boris Vian contro l’industria della canzone

Scritto da Annalisa Nicastro

I pensatori spesso anticipano i tempi: dicono per primi cose con cui gli altri si trovano poi d’accordo. Questo è il caso di Boris Vian (1920-1959), personaggio geniale ed eclettico (scrittore, jazzista, traduttore ecc), a cui piaceva fare critiche costruttive e lanciare pamphlet pieni di umorismo, come dimostra il suo En avant le zizique…et par ici les gros sous pubblicato di recente da Stampa Alternativa con il titolo Musika&Dollaroni.
Questo libro è stato scritto da Vian nel 1958 eppure è ancora sempre attualissimo con la sua critica ad un sistema corrotto, quale quello dell’industria discografica che mercifica la canzone, per fabbricare attraverso diverse fasi un prodotto senza originalità, preconfezionato solo per un unico scopo, quello di far soldi: “riempitevi le tasche, loschi editori, produttori raccomandati, intrallazzatori patentati. Io mi permetto, molto rispettosamente di sputarvi in faccia in tutta amicizia.” Vian, che conosce bene il mondo di cui parla, non risparmia nessuno a partire dagli editori disonesti, passando per gli autori che plagiano fino ad arrivare a criticare la Critica di settore troppo spesso incompetente, distruttiva e umorale. La canzone per Vian è una cosa seria, non un genere minore, ecco perché in queste pagine lotta per la sua dignità. Ed ecco così che pagina dopo pagina si scoprono tutte le fasi di come si fabbrica una canzone destinata a fare successo.
“Essendo l’imbecillità molto meno faticosa e molto più contagiosa dell’intelligenza, poco a poco il livello dell’ascoltatore precipita” sottolinea argutamente Vian; Si sa che non sempre quel che è preferito funziona meglio, ed è così che si chiudono le strade ai nuovi talenti.
La grandezza di Vian sta anche nel fatto di aver saputo guardare oltre i suoi tempi e il suo spazio (la Francia) e di prevedere alcuni fenomeni che oggi sono molto attuali in ogni parte del mondo: tra cui i principali sono l’autodafè dell’industria musicale e la possibilità che un artista si gestisca da solo.
Colpisce l’originalità della sua scrittura, dettata da un’immaginazione fervida e da una fantasia stravagante, basta pensare al titolo del suo pamphlet Le zizique è una parola inesistente, è piuttosto un gioco di parole, di cui l’intero libro è pieno.
A fine libro Vian ricorda ai suoi lettori che “ci sono autori onesti, interpreti coscienziosi, editori scrupolosi, tecnici di valore, critici accorti che non si tirano indietro per paura. Sono vostri amici. Sono anche miei amici. E’ a loro che dedico queste pagine”, allora tiriamo un sospiro di sollievo perché non è ancora tutto perduto…
Al libro è allegato un cd con brani e poesie (tradotte) di Boris Vian, riadattate in musica ed eseguite dal vivo dal Quartetto Vian, tra cui spicca Le déserteur scritta durante la guerra d’Indocina e dal testo pacifista, forse la sua canzone più conosciuta in tutto il mondo.

Annalisa Nicastro (8.2.09)

Musika&Dollaroni. Contro l’industria della canzone
Boris Vian
Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri

Trad. Michele Vietri
pp.145, €20,00

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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