Arti e Spettacolo Pop Corn

Andrea Camilleri @ Teatro Parenti (MI)

Scritto da Giovanna Musolino

per oltre un’ora, intrattiene il folto pubblico: racconta sapidi aneddoti, strappa applausi e risate. E’ un grande Andrea Camilleri

Il 27 novembre un teatro Parenti gremito ha accolto calorosamente Andrea Camilleri, giunto a Milano per presentare la sua ennesima (la numero 107!) fatica letteraria, dal curioso titolo “I tacchini non ringraziano”, un libro, considerato dallo stesso autore inusuale e spiazzante. Si tratta di una raccolta di racconti, edita da Salani, con le illustrazioni di Paolo Canevari, artista di fama internazionale e amico da sempre dello scrittore.
I racconti sono una rassegna, divertente e divertita, di vari animali incontrati o adottati dalla famiglia Camilleri. L’autore, per oltre un’ora, intrattiene il folto pubblico: racconta sapidi aneddoti, recita a memoria l’incipit dell’Orlando furioso (uno dei libri della sua vita ricordato insieme a La follia di Almayer di Joseph Conrad, il primo romanzo da lui letto), strappa applausi e risate; a dispetto della veneranda età e dei vari acciacchi, sui quali scherza con intelligentissima autoironia, ha la vitalità e l’entusiasmo di un fanciullino.
Ecco, dunque, il personale amarcord di chi non si approccia alle bestie della sua vita con l’esaltazione dell’animalista, ma con il riguardo e l’amore verso creature di cui rispetta la natura e la dignità: ad esempio il verdone definito “impiegato delle imposte” per la straordinaria puntualità che contraddistingueva le sue apparizioni, o la cagna napoletana, Baracca, che riuscì a traviare il mitico Barone Von Trenck, il gatto di casa Camilleri. Commovente narrazione dell’incontro con il Barone, sottratto, quando era un cucciolo, a un’orda di ragazzini che ci stava giocando come se si trattasse di una palla. Con la spina dorsale spezzata e dato per spacciato dal veterinario, grazie alle cure amorevoli di tutta la famiglia, riuscì a vivere diciotto anni, innamorandosi perdutamente, tra l’altro, di Mariolina, figlia dell’autore! Esilarante, poi, la gracula parlante (scambiata per il marchese padrone di casa), appartenente a una nobilissima famiglia romana, che, utilizzando un linguaggio tutt’altro che forbito e urbano, amava invitare i presenti a liberare immantinente la propria casa!
Ancora il ricordo di nonna Elvira, responsabile di aver scatenato e nutrito la fantasia del piccolo Andrea Camilleri. Un personaggio ameno che, quando si recava al forno per cuocere il pane, amava ripetere che “andava a fornicare”. Lo scrittore cita anche un altro spassosissimo episodio che vede la vegliarda protagonista: “l’uccisione” di una pregevole saliera del Settecento, accusata dalla nonna di volerne vedere la morte, dopo aver assistito alla dipartita di altri membri della famiglia!
Un libro adatto a grandi e piccini, dunque, come nella migliore tradizione favolistica greca e latina, che commuove e fa sorridere con l’arguzia e l’intelligenza di cui, ancora una volta, lo scrittore ha dimostrato di essere capace.

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Giovanna Musolino

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