Sulla musica

Un Americano In Vacanza – Musica di Giovanni D’Anzi/Nino Rota

Scritto da Annalisa Nicastro

Capitolo 2.1 (parte 20) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i “maggiori”, fra tradizione ed innovazione. Un americano in vacanza (’45) di Luigi Zampa; commento musicale di Nino Rota e canzoni di Giovanni D’Anzi

Non appena i due militari giungono al primo paese, si fermano per cercare un posto dove si possa bere del vino o della birra. Ma il paesaggio che gli si presenta innanzi è raccapricciante: quello che una volta era Frascati, ora non è altro che un ammasso di rovine e deserto umano. Ad accompagnarli nel loro giro “fra la morte” è l’orchestra che, in tonalità minore, si esprime in una triste e drammatica melodia degli archi, la quale si stende sul paesaggio come un velo trasparente che non copre, nascondendosi dietro al pietismo, ma svela ancora più in profondità le atrocità che la guerra ci ha lasciato.
Questo stesso motivo tornerà più avanti, quando la maestrina Maria (Valentina Cortese) si recherà col cardinale nell’ufficio degli aiuti di guerra a Roma, a raccogliere fondi per far ricostruire la sua amata cittadina. Ma ecco, ad avvertirli che la vita lì non si è del tutto spenta, risuonare il suono di una campana di chiesa. Un suono di organo accompagna la messa che si svolge nella chiesa sventrata. Dopo questo stacco di organo, ecco la musica sciogliersi magicamente in frizzi allegri del flauto traverso e del violino non appena i due soldati cominciano a vedere i primi segni di vita ai balconi delle case, salutando i bambini e alcuni uomini che si sono affacciati. Finalmente, ecco apparire la scritta “Vini e liquori”; una volta entrati, scorgono, in un edificio che originariamente doveva essere una scuola, una maestrina, Maria, dare lezione ad un gruppo di fanciulli.
La musica continua qui ancora più giocosa e si presenta, oltre che con i violini, in un leggiadro dialogo fra il clarinetto e il flauto traverso che si fanno simboli anticipatori dell’amore nascente fra Dick e la maestrina. Da ora in poi, il film sarà basato sull’insistente inseguimento e corteggiamento da parte del soldato, il quale cercherà in tutti i modi di conquistare la bella e sfuggente Maria, la quale si reca a Roma per raccogliere fondi per il proprio paese distrutto.
La ragazza si trova su una camionetta diretta a Roma e i due soldati si lanciano al suo inseguimento con la loro jeep. Entra qui il primo vero leitmotiv del film: con un’orchestrazione tipica del jazz americano, sentiamo una graziosa e giocosa melodia, dal carattere italiano. Questo motivo si presenterà ogniqualvolta i due cercheranno di inseguire la bella maestrina, la quale da parte sua farà di tutto per evitarli, salvo poi innamorarsi anche lei dopo l’insistente e testardo corteggiamento di Dick.
Nella scena dell’inseguimento abbiamo modo di vedere anche la funzione di sincronismo coloristico che la musica ha il compito di svolgere nella commedia (così è, per esempio, quando i due si voltano a guardare la maestrina, rischiando di finire fuori strada; allora abbiamo l’orchestra che esprime sincronicamente la scena con una discesa cromatica).

Segue nel prossimo numero! Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro La musica nel cinema del dopoguerra italiano

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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