La soffitta

Metallica – Metallica

Scritto da Marco Restelli

dopo aver ascoltato di nuovo il Black Album, vi sentirete molto più carichi e pronti ad affrontare il resto della giornata

Immaginate come debba essersi sentita alla fine degli anni 80 la più osannata band di Heavy Metal – dopo quasi dieci anni di carriera alle spalle e con dischi della caratura di Master of puppets (capolavoro assoluto del genere) o …And justice for all – nel realizzare che il proprio mercato discografico era sostanzialmente ancora da considerarsi “di nicchia”. Era anche logico forse che quel muro del suono forgiato da riff e assoli veloci, che caratterizzano il Thrash Metal, potessero spaventare una parte degli amanti del rock dal palato fino, ma i Four Horsemen (questo il loro nomignolo preso da un pezzo dell’album d’esordio Kill’em all) volevano a tutti i costi fare il grande salto, rimanendo però fedeli a loro stessi, senza tradire il proprio passato e i loro numerosissimi fan sparsi in tutto il globo. A trovare il bandolo della complicata matassa ci pensò il produttore canadese Bob Rock che aveva già lavorato alla grande con band hard rock mainstream come The Cult (Sonic Temple), Motley Crue (Dr. Feelgood) al quale va dato il merito di aver forgiato, in qualche modo, il nuovo sound dei Metallica portandolo all’attenzione del grande pubblico.

Un grande lavoro fu fatto sulla qualità delle registrazioni che fino a quel momento, forse anche volutamente, avevano avuto grossi limiti di resa. Erano quindi necessarie alcune operazioni di levigatura, anche a livello del mixaggio: la voce di James Hatfield ad esempio è decisamente più cristallina e in generale tutti gli strumenti sembrano più affilati e meno grezzi rispetto agli album precedenti. Finalmente fu data grande compattezza e spontaneità al tutto, facendo suonare la band praticamente live (da sempre il loro punto di forza) in studio e così il disco dal titolo Metallica, grazie alla sua copertina scura, si guadagnò presto il mitico nomignolo di Black Album.
Enter Sandman che apre il disco mise (quasi) subito tutti d’accordo: nessun pericolo di perdere la durezza dei vecchi Metallica. Come un uragano che sta arrivando, la batteria di Ulrich sembra caricare di energia i cumuli nembi che dì là a poco scaricheranno tonnellate di acque e vento a secchiate sul mondo intero, e così il brano proseguirà come in una sorta di continuo stop and go, senza tregua. Sad but true non è certo da meno, aiutata come per la canzone precedente, anche dal video potentissimo che ritrae la band in concerto e che all’epoca, inutile negarlo, contribuì molto ad allargare a dismisura la cerchia dei loro seguaci.
La canzone che più di tutte però trovò spazio nelle radio fu la splendida power ballad Nothing else matters, costruita su una melodia affascinante, che diventò il passe-partout perfetto per l’operazione “conquista il Mondo”. In realtà sull’album ci sono tantissimi altri episodi di grande heavy metal come la passionale Unforgiven, altra lenta dall’incipit acustico, o la lunga cavalcata Wherever you may roam che progressivamente aumenta i suoi battiti cardiaci in un crescendo estetico incredibile. Of wolves and men e la finale The struggle within potrebbero invece essere considerate, tra le altre, come “premio fedeltà” per i vecchi e primissimi amanti dei Metallica: un bel pugno dritto stomaco, per dire loro che non li avevano di certo abbandonati.
Quando vi sentite di voler spaccare il mondo, ma per ovvie ragioni non vi è permesso, noi di SOund36 vi consigliamo di andare su in Soffitta e riprendere questo splendido album nero: è più che verosimile che, dopo averlo ascoltato di nuovo, vi sentirete molto più carichi e pronti ad affrontare il resto della giornata.

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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