Interviste

Foxhound – Intervista

Scritto da Annalisa Nicastro

I Foxhound erano quattro ragazzini che volevano suonare i Beatles con l’attitudine dei Sonic Youth. Le sfide ci sono sempre piaciute!

Dopo aver recensito il loro nuovo lavoro, qui potete leggere la recensione, e visto che ci sono piaciuti molto, SOund36 ha deciso di intervistare i Foxhound. Qui di seguito trovate la bella intervista a Lorenzo dei Foxhound.

I Foxhound sono tutti giovanissimi, come e quando vi siete incontrati?
Luca e Filippo sono cugini, e si conoscono da sempre. I Foxhound si sono formati quando eravamo tredicenni: quattro ragazzini che volevano suonare i Beatles con l’attitudine dei Sonic Youth. Le sfide ci sono sempre piaciute.

Tra i tanti palchi che avete conosciuto, nel maggio 2013 avete partecipato al Primavera Sound di Barcellona, che esperienza è stata per voi?
Suonare al Primavera è stata un’esperienza molto formativa, perché abbiamo avuto modo di confrontarci con artisti provenienti da tutto il mondo e di vivere per una settimana immersi in una atmosfera fantastica, circondati da ascoltatori che amano la musica e da artisti che suonano in maniera incredibile. Ci siamo resi conto che molte delle persone che erano al festival erano animate da una profonda e sincera passione per la musica, si fermavano ad ascoltare, osservare, capire ciò che gli artisti proponevano.
Non penso che oggi esista nel panorama italiano un evento paragonabile al Primavera Sound per qualità e portata, ma soprattutto per l’atteggiamento e la predisposizone di chi vi partecipa.

In Primavera, il vostro album di recente uscita, è stato il frutto di dieci giorni passati in solitudine. Ci raccontate come è nata questa vostra esigenza?
Ci eravamo preposti come obiettivo di arrivare alla fine dell’estate con un buon numero di provini strutturati e definiti dai quali partire per definire le tracce che sarebbero entrate all’interno del disco.
Ci siamo resi conto, però, che in città, presi dalla routine giornaliera, era impossibile trovare la concentrazione e la pace necessaria per potere sviluppare in maniera continuativa e strutturata un progetto impegnativo come quello di comporre un disco. Abbiamo capito che ci serviva una pausa dal mondo e dal quotidiano, una fuga.
Così abbiamo contattato i Four Axid Butchers, un gruppo di nostri amici musicisti di Brescia e dintorni, e ci siamo ritirati nella loro casa immersa nei boschi, senza linea telefonica, televisione, internet wi-fi. In questo posto magico, Gasulì, al quale abbiamo dedicato l’anima del disco, la traccia centrale di “In Primavera”, abbiamo raggiunto quello stato di equilibrio necessario per dare la forma che volevamo ai pezzi.

Cosa significa la parola “Primavera” per voi?
È una parola che ci rimanda ad una grande varietà di concetti e significati diversi. Rinascita, natura, bellezza e novità, ma anche lotta e fatica.
Inoltre, ci piaceva l’idea di scegliere una parola italiana con una musicalità particolare, per continuare nel segno di Concordia, il nostro primo disco.

Siete subito pronti a calcare i palchi in giro per il mondo oppure avete già qualche progetto di nuove canzoni?
Registrare canzoni è un’attività che ci stimola e ci piace moltissimo e durante tutto il periodo di scrittura del disco abbiamo fatto un grosso lavoro di arrangiamento e scelta di suoni, metriche e strutture, insieme a Dario Colombo, con il quale abbiamo registrato il disco presso il 211db Studio (sPAZIO211), a Torino.
Tuttavia siamo una band orientata al “live”: registrare e pubblicare dischi è una cosa che facciamo per fare concerti, per poterci esibire e suonare la nostra musica. L’obiettivo è quello di promuovere In Primavera in Italia, e poi di valicare i confini nazionali dopo l’estate ed esportare il disco con un tour europeo.

Annalisa Nicastro

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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