Sulla musica

Fifa e Arena – Musica di Giuseppe Barzizza

Scritto da Annalisa Nicastro

Capitolo 2.1 (parte 17) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i “maggiori”, fra tradizione ed innovazione. Fifa e arena (’48) di Mario Mattoli; musica di Pippo Barzizza

Capitolo 2.1 (parte 17) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i “maggiori”, fra tradizione ed innovazione. Fifa e arena (’48) di Mario Mattoli; musica di Pippo Barzizza

Nicolino (Totò) lavora in una farmacia a Napoli, tiranneggiato dalla baffuta zia Adele che gli dà un magro stipendio e poca libertà. Devono pubblicare l’inserzione pubblicitaria del depurativo della farmacia con la foto di Nicolino. Ma a La Gazzetta di Napoli scambiano per sbaglio la sua fotografia con quella del mostro appena evaso, l’ “ammazzatore di mezzanotte” (un bandito che ha ucciso dodici donne a mezzanotte precisa). L’indomani nelle edicole vediamo subito che in prima pagina campeggia la fotografia di Nicolino, assassino pericolosissimo e ricercato.
Nicolino, intanto, ottiene una vacanza di fine settimana ad Ischia e, per la strada, tutti si accorgono che lui è il mostro, mentre egli non sa nulla di quanto successo. Dopo aver tentato di dare una spiegazione, fugge di fronte alla folla inferocita, raggiunge l’aeroporto e, travestito da hostess, parte su un volo diretto a Siviglia.
La musica commenta le immagini colorandole sincronicamente con un riadattamento del terzo tema, quello che chiameremo Nicolete bésame, con gli ottoni che lo punteggiano con frasi squillanti e “drammatiche”. Qui ravvisiamo un primo accenno di quella funzione sincronica della musica nei film comici e vedremo, in seguito, tutto un profilarsi di scene con accompagnamento di questo tipo.
Un passeggero, che scopriremo essere il bandito Cast (Mario Castellani, la spalla di molti film di Totò), nota la hostess-Nicolino e, una volta scesi a Siviglia, si offre di accompagnarlo in albergo, dove gli rivela di essere un suo collega, un assassino, e gli propone un affare: egli dovrà far innamorare e sposare la famosa e bellissima ereditiera americana Patricia Cotten (Isa Barzizza, figlia del musicista). Dovrà poi ucciderla e loro due divideranno i favolosi beni della ricchissima donna. Ha anche l’occasione di ammirare la sua bellezza dalla camera in cui si trova, attraverso una finestra-acquario segreta fra le due stanze e si innamora veramente di lei. Anche in questa sequenza, abbiamo il rientro del secondo tema, il tango, riarrangiato, con alcune coloriture strumentali, per esempio nel verso del pe­sce che si trova nell’acquario e che si frappone fra Totò e la visione completa delle fattezze femminili di Isa Barzizza, al quale viene dato il nome di “pesce democristiano”, visto che sta sempre in mezzo (una staffilata alla forza politica vincitrice alle elezioni del 1948).
Un’altra coloritura sincronica è, appena andato via l’assassino, quando Nicolino tenta di spostare il quadro, dietro il quale si trova la finestrella; allora gli archi intervengono in brevi incisi, restituendo musicalmente il movimento di Totò.
Nicolino indossa di fretta e senza accorgersene un abito che lo fa immediatamente identificare come un torero. E poiché in un corridoio proprio la bella Patricia rimane colpita da lui come torero, Cast lo fa passare davvero come matador, trasformando Nicolino Capece in Nicolete il toreador. Il vero torero Paquito, di passaggio nel corridoio e anch’egli innamoratissimo di Patricia, lo guarda con gelosia e disprezzo.
La sera, nella Taverna dei toreri, i toreri si mostrano alle belle del posto. E’ qui che si ritrovano Paquito, la sua donna, la gelosissima Carmen, Patricia, Cast e Nicolete. Sono in corso musica e danze caratteristiche della Spagna, canzoni d’amore forte e violento, flamenchi, tanghi. E’ un flamenco, infatti, la canzone dell’amore assoluto cantata da Carmen, in onore di Paquito, accompagnata dalle chitarre andaluse dei suonatori del locale. Si tratta della canzone Paquito lindo, subito divenuta famosa ed orecchiabile presso il pubblico italiano del dopoguerra, grazie al trampolino di lancio del cinema. Volentieri Nicolino si fa passare per Nicolete, avendo saputo che il sindacato dei toreri, come straniero, lo esclude dalla corrida che si svolgerà il pomeriggio successivo. Patricia viene invitata a ballare da Paquito; Cast, allora, spinge Nicolete a reagire, per conquistare la donna. Paquito invia a Nicolete, per mezzo di un cameriere, un bicchiere della terribile “bevanda del fuego”, che soltanto i matadores ed i veri uomini riescono a bere. Un sigaro immerso per qualche istante nel bicchiere si accende come un accendino, una goccia che cade e brucia un tavolo di legno, ci confermano il suo potere. Mentre Paquito e Patricia stanno ballando il tango (quello dei titoli di testa), Nicolete beve con indifferenza, poi all’improvviso scatta come caricato da impulsi elettrici che lo fanno muovere come una marionetta, con una serie di gesti e smorfie sottolineate dalla musica esterna; quindi si precipita sulla coppia che sta ballando, allontana con una spinta il malcapitato Paquito, agita più volte Patricia in varie mosse, la bacia ripetutamente e bacia anche tutte le altre donne lì presenti. Il tango qui segue sincronicamente tutti questi movimenti della marionetta Totò, rendendo ancora più comica ed esasperata la situazione del torero “per caso”.
Insomma, Nicolete, inconsapevolmente e senza volerlo, conquista tutti i cuori delle donne, lasciando Paquito pieno di rabbia e gelosia. Non a caso è usato il tango, ballo per eccellenza della gelosia, gelosia che nasce dalla contesa di una bellissima donna, Patricia.

Segue nel prossimo numero! Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro La musica nel cinema del dopoguerra italiano

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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