Per il Roma Jazz Festival, lunedì 14 novembre, all’Auditorium Parco della Musica di Roma si è tenuto lo spettacolo di Erri De Luca e Stefano di Battista Quartet, La Musica Provata. Lo spettacolo nasce da un lavoro del 2014, una trilogia, formato libro, film e dvd che racconta di musiche che si sono mischiate alla vita del noto scrittore e intellettuale napoletano.
Erri De Luca voce narrante, Nicky Nicolai alla voce, Stefano Di Battista al sax, Roberto Pistolesi alla batteria, Daniele Sorrentino al contrabbasso, Andrea Rea al pianoforte; la poesia, la narrazione, la vita hanno incontrato la musica e sulla musica si sono cullate e hanno cullato il pubblico dell’Auditorium.
Ironico, profondo, accattivante, un incontro con Erri De Luca è sempre un viaggio in cui, come un pifferaio magico, accompagna gli ascoltatori attraverso la sua memoria, la sua immaginazione, nella storia, un viaggio tra i vicoli di Napoli, nel Mediterraneo, un viaggio al sud.
L’incontro tra la musica e i suoi racconti è felice, come lui stesso dice la musica fa da tappeto volante alle parole, portandole dove non sarebbero mai arrivate. Cita la sua esperienza, da poco conclusa, di indagato per istigazione al sabotaggio; sono state dette cose molto più “gravi” in musica, ma la musica le ha legittimate, se il fatto che la TAV va sabotata lo avesse messo in musica forse il processo non ci sarebbe stato. Ironico e amaro, racconta di quanto sia legato al verbo sabotare, ne narra l’origine francese, ce ne fa innamorare.
Le narrazioni di De Luca sono intermezzate dalla musica di Stefano Di Battista e dei suoi musicisti. In musica un brano tratto dal Vangelo, una poesia di Salvatore Di Giacomo, la rivisitazione di brani noti. Un quartetto strepitoso, la voce e il carisma di Nicky Nicolai ci mettono poco a scaldarsi e a meravigliare.
De Luca parla di Napoli e del suo sentimento religioso, che arriva dal profondo della terra e non dall’alto.
Ci lasciamo cullare.
Mi sento cittadino del Mediterraneo, di quel mare nostrum – dice. Partono le note di Essere di Medit.
“(…)Mare Nostro che non sei nei cieli,
tu sei più giusto della terraferma
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le visite cadute
come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
da carezza, abbraccio, bacio in fronte,
madre, padre prima di partire”
Una preghiera laica dedicata alle vittime dei tanti naufragi, a chi quel mare lo attraversa in cerca di una speranza. Il mare nostrum è anche il loro mare, di coloro che in quelle acque lasciano la vita.
Lo spettacolo si chiude con una poesia in musica del poeta turco Nazim Hikmet.
“E ce ne andiamo come siam venuti, arrivederci fratello mare…”
Ci lasciamo cullare.