Interviste

Emanuele Dabbono

Scritto da Annalisa Nicastro

Cosa vuol dire per te lavorare con un grande artista come Tiziano Ferro?
Significa cercare la bellezza e non cercare le mode

Emanuele Dabbono è un giovane cantautore genovese e co-autore di Tiziano Ferro nel nuovo album “Il Mestiere della Vita” uscito il 2 dicembre. Sono tre i brani presenti all’interno in cui Dabbono firma testo e musica: “Il Conforto” feat Carmen Consoli, “Valore Assoluto” e “Lento/Veloce”.
Emanuele Dabbono è stato già co-autore per Tiziano Ferro nella hit “Incanto” ad oggi certificata doppio disco di platino.
E’ noto al pubblico per essere stato finalista nella prima edizione di XFactor, arrivando a presentare il suo inedito “Ci troveranno qui”. Il suo percorso nella scrittura e composizione non si ferma alla musica, nel 2013 pubblica il suo primo libro “Genova di spalle” e nel 2013 il secondo “Musica per lottatori” (premiato da Alessandro Quasimodo, figlio del premio Nobel per la letteratura Salvatore).
Nella sua carriera ha pubblicato 4 album, il più recente nel 2015 dal titolo “La velocità del buio” (Edel Music), un album dalle sonorità rock in collaborazione con la band Terrarossa.
Qui di seguito trovate una bella chiacchierata di SOund36 con Emanuele sul suo bellissimo mestiere di cantautore e autore di testi.

Emanuele Dabbono è cantautore, autore e polistrumentista. Cominciamo a dire che hai vinto tanti premi e riconoscimenti per la tua carriera musicale. Ci parli un po’dei tuoi album?

Fino ad adesso ho pubblicato 5 album, tre in italiano e due in inglese. Il primo si chiama “Ci troveranno qui” ed è uscito subito dopo il terzo posto ad Xfactor 2008, ed è forse uno dei miei cavalli di battaglia in tutti i concerti, anche se avevo già pubblicato un singolo che aveva anche fatto furore sui network dal titolo “Scritto sulla pelle”. Poi ho pubblicato “Trecentoventi”, un album “lungo” della mia carriera che contiene 15 brani, nel 2011. E poi l’ultimo ed il più recente, a cui sono più legato anche perchè contiene dei brani dedicati alle mie bambine si chiama “La velocità del buio”, da cui abbiamo estratto 4 singoli e 4 video.

Addirittura con un tuo progetto musicale parallelo “Clark Kent Phone Booth” sei partito per una tournèe sulla costa Est degli Stati Uniti d’America…
La parentesi in America, suonare nella Costa Est, Boston, Cleveland è stata la realizzazione di un sogno. Pensa che ho realizzato questi due album in casa, suonando tutto, la batteria, la chitarra, il basso e registrandoli in due settimane! E’ stata un’urgenza creativa, alcune canzoni le ho scritte quando avevo 16 anni, poi le ho rimaneggiate un po’ e sono diventate il fulcro di questo progetto “Clark Kent” che mi ha portato molta fortuna. Poter passare il compleanno e poi soprattutto suonare in quei posti è stata un’esperienza incredibilmente formativa.

Pensi di tornare presto con un nuovo album tutto tuo?
Spero di tornare presto con un disco, il progetto è già pronto, ho già tutto il materiale fatto ma non penso che uscirà quest’anno, prima voglio godermi quello che succederà dal punto di vista autorale imminente. Mi immagino ad un anno a questa parte o forse all’inizio del 2018 sentirete di nuovo parlare di me!

Hai ricevuto tante soddisfazioni anche nell’essere autore di bellissime canzoni cantate da altri. Una su tutte con “Incanto”, cantata da Tiziano Ferro che ha vinto veramente tanti premi. Come ci si sente quando accade una cosa del genere? Ferro ti ha anche citato come co-autore in eurovisione…
Ci si sente benedetti e ripagati, Bruce Springsteen diceva “Questa è la mia splendida ricompensa” e guarda quando Tiziano ha pronunciato il mio nome in eurovisione al Festival di Sanremo come coautore di Incanto il mio cuore ha cominciato a girare come dei cavalli da trotto. E’ una sensazione meravigliosa ma anche un privilegio di cui ogni giorno mi fregio e non voglio dimenticare la fortuna che sto vivendo. C’è anche da ringraziare un artista della sua caratura per quello che fa, perchè non tutti citano gli autori o collaboratori del proprio lavoro, quindi mi sento davvero molto fortunato. L’unico modo che ho per ripagarlo davvero è impegnarmi in quelle che sono le mie spremute di cuore che voi chiamate canzoni!

Cosa significa per te scrivere una canzone che poi viene cantata da qualcun altro?
Quando un quel qualcun altro si chiama Tiziano Ferro significa dare le ali alla propria canzone, perchè altrimenti anche la migliore canzone se rimane in cantina e poche orecchie riescono a raggiungerla, tu avrai fatto sicuramente del tuo meglio e la qualità non viene intaccata ma il poter avere a disposizione una voce così importante ed un mezzo così capillare permette alle canzoni di entrare nel quotidiano e nel vissuto della gente. Quindi di avere non solo la valenza di successo ma un’importanza sociale, perchè entrare nella vita della gente è sbalorditivo, lo sto vedendo soprattutto con questi brani che abbiamo scritto per “Il mestiere della vita”. Ricevi manifestazioni d’affetto da tutto lo stivale ed è una sensazione di affetto davvero molto bella.

Hai un particolare metodo di scrittura dei testi per le canzoni?come avviene il tuo processo creativo?
Guarda catalogo ogni canzone da quando scrivo, siamo ad oltre 1500 canzone, con questo non vuol dire che sono belle, anzi, credo solo una ventina-trentina siano davvero competitive. Da buon Capricorno ho bisogno di tanto esercizio e palestra per tirare fuori qualcosa di buono, mi piace l’aspetto ludico, cioè poter partire da una cosa diversa, da un giro di basso, dalla chitarra o le parole. Scrivo sempre, in coda al semaforo, dal dottore, dappertutto! Mi piace che questo non debba diventare un lavoro monotono noioso con una procedura standard, ma che sia invece frutto di un riappropriarsi di una parte vergine e bambina che tutti abbiamo avuto ma difficilmente riusciamo a ricordare. Entrare in contatto con quella parte lì è forse la spinta maggiore per scrivere le canzoni, anche se spesso parto dalle parole.

Voglio aprire una piccola parentesi, ricordando che tu hai anche scritto due libri. Ce ne parli un po’ di questa esperienza?
Si, il primo libro si chiama “Genova di Spalle”, uscito nel 2011 è edito da Mursia ed è un romanzo di formazione, mentre il secondo si chiama “Musica per lottatori” uscito nel 2013 ed è una raccolta di poesie, l’ho presentata lo scorso novembre al Bookcity a Milano che è la più grande fiera di letteratura ed è un libro che è stato premiato dal figlio di Salvatore Quasimodo, quindi è già una grande soddisfazione. Prima dovevano essere delle canzoni solo che poi ho deciso di non farle diventare qualcosa di strutturato come strofa, ritornello, bridge, special, le classiche strutture che utilizziamo! Volevo però che fossero qualcosa di simile, che ci fosse un po’ di musica dentro, quindi ho pensato di mettere un’interlinea diversa tra una riga e l’altra così che gli amici musicisti che si fossero trovati il libro fra le mani, avrebbero potuto inserire gli accordi e farne la loro canzone. Un modo interattivo di fare poesia, che non è assolutamente un tabù o da vecchi letterati, credo che la poesia sia moderna e quando in un film ascoltiamo una frase che ci colpisce, ce la portiamo dentro per lungo tempo!

E’ uscito da poco il nuovo album di Tiziano Ferro “Il Mestiere Della Vita” e tu sei co-autore insieme a Tiziano Ferro per testo e musica per tre brani dell’album: “Il Conforto” feat Carmen Consoli, “Valore Assoluto” e “Lento/Veloce”. Ci parli delle tue sensazioni legate a questi tre brani così diversi tra loro?
Il Conforto sta avendo un successo straordinario, sarà il prossimo singolo, a Gennaio uscirà e Tiziano ha già girato il videoclip con Carmen Consoli in tre diverse città. Sta ricevendo delle recensioni straordinarie, io sono assolutamente grato per averla inserita in un disco, ha un testo molto profondo e racconta la distanza fra due persone quindi non necessariamente una storia d’amore, una separazione e il fatto di poter raccogliere i pezzi, i cocci e capire se ciò che abbiamo vissuto vale la pena di essere ricordato o allontanato. Valore Assoluto invece è tra le tre quella che sento più vicina a me perchè mi sembra la naturale prosecuzione di Incanto, una dichiarazione d’amore vera e sincera, molto solare nonostante ci sia un ritornello che per me è uno dei più commoventi! Lasciare libera la voce di Tiziano su quelle tastiere, su quei timpani, a declamare il ritornello è una cosa che mi ha commosso quando ho ricevuto il brano definitivo da lui. Lento/Veloce mi auguro possa essere un singolo estivo perchè è impossibile stare fermi su quel brano, ha un ritornello che sprigiona subito solo ed è un esperimento molto moderno!

Cosa vuol dire per te lavorare con un grande artista come Tiziano Ferro?
Significa cercare la bellezza e non cercare le mode, lavorare con lui significa avere a che fare con una artista gigantesco ma da un umiltà e umanità profondissime che ti mettono in condizione di lavorare tranquillamente sugli stimoli, di parlare delle cose e di approfondire dei concetti. Pensare che quello che dobbiamo fare non deve durare il tempo di un’estate, la mia aspirazione è quella di poter scrivere un ever green, io spero sempre di cimentarmi nella scrittura pensando “Perchè non posso scrivere The sound of silence o Yesterday?” lo so che sembra di “montarsi la testa” ma nella realtà è un’aspirazione legittima, perchè credo che poter pensare in grande ci permetta di salire dalla nostra normalità. E’ quello che ci spinge a scrivere, toccare delle sensibilità profonde anche più delle nostre.

C’è un aneddoto con Tiziano Ferro che ricordi più di altri, che ti rimane dentro?
Si guarda, nel 2003, già ci conoscevamo da un po’ dopo aver fatto l’Accademia di Sanremo insieme, feci un concerto al Rolling Stone di Milano. Ad un certo punto vidi avvicinare qualcuno, lo riconobbi e subito dopo andai a salutare ed era lui, in prima fila. Ovviamente nel 2003 lui era già Tiziano Ferro e stava per pubblicare 111 e mi ricordo che aveva gli occhiali, ed era leggermente camuffato! Mi fece un piacere incredibile, e questo ti dà la caratura dell’artista e dell’uomo. E’ stata un sorpresa galattica averlo dall’altra parte!

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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