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EIGHTIES COLOURS

All’inizio degli anni ottanta in Italia il punk imperversa ancora nella sua versione più estrema hardcore e la musica dark con le sue atmosfere algide e la sua visione individualistica e pessimista della vita la fa da padrone.
In questo contesto, anche grazie a delle riviste specializzate si fa strada il genere neo-sixties, un ritorno alle sonorità, alle atmosfere e ai colori del favoloso decennio che ha segnato la musica e la vita di un’intera generazione. Eighties Colours. Garage, Beat e Psidechelia nell’Italia degli Anni Ottanta di Roberto Calabrò, per Coniglio Editore, è un bellissimo volume che racconta in maniera dettagliata la nascita, l’evoluzione e gli ultimi splendori del genere neo-sixties. L’aggettivo bellissimo può sembrare banale ma è difficile utilizzare un altro termine per descrivere materialmente questo libro.
Un maxi formato con copertina rigida e multicolour, ricco di foto dei gruppi dell’epoca, delle copertine dei dischi, delle locandine dei concerti e delle riviste e fanzine dedicate. Diviso in otto capitoli e correlato di tre appendici, Eighties Colours racconta come questo genere musicale nato nelle cantine di tutt’Italia salì ben presto agli onori delle principali riviste musicali di settore.
Negli anni ottanta, come lo stesso Calabrò racconta, le riviste musicali hanno un ruolo determinante nella diffusione di nuovi generi e gruppi musicali vista la mancanza degli attuali mezzi di comunicazione, internet su tutti.
Rockerilla, rivista musicale nata nel ’78, era considerata una sorte di bibbia per i teenager dell’epoca che non si riconoscevano nelle proposte del mercato ufficiale. Claudio Sorge, condirettore di Rockerilla, un cultore del genere punk, garage e dei sixities porta alla riscoperta della musica di quel favoloso decennio, complici il nascente paisley underground e di una serie di etichette americane e inglesi che pubblicano negli anni ’80 antologie dedicate agli anni sessanta.
Molti ragazzi sulla scia di un crescente entusiasmo iniziano a formare delle band e ad aderire a questa rivoluzione religiosa e sotterranea. Nascono così in Italia, nuovi gruppi che diventeranno importanti e famosi in quegli anni. Perfetta fotografia della rivoluzione in atto in quegli anni è l’album Eighties Colours pubblicato nel 1985 per la electra eye, marchio di Sorge. Eighties Colours è una compilation manifesto di ciò che accade in quegli anni. Sorge raccoglie brani di quei gruppi che fino ad allora avevano realizzato soltanto demo e tenuto appena qualche concerto. L’album indubbiamente non è tecnicamente perfetto, l’inglese è approssimativo, ma è ricco d’entusiasmo e di passione. Composto di dieci brani, in esso è racchiuso tutto l’entusiasmo e i colori di quel sound che stava invadendo i sotterranei italiani dal Nord al Sud dell’Italia.
Un’interessante appendice è dedicata alle fanzine. Come racconta Calabrò, la stampa svolse un ruolo fondamentale nella nascita di questo movimento. Oltre alla già citata Rockerilla, Mucchio selvaggio di Federico Guglielmi e Eddie Celia ebbe un ruolo importante così come Buscadero e Rock Star. Altro ruolo fondamentale lo ebbero le fanzine, riviste underground pubblicate con la specifica missione tra le più importanti ricordiamo Lost Trail del già citato Sorge. Un libro per tutti quelli che vogliono rivivere quelle magiche atmosfere, ma anche per coloro che vogliono conoscere e approfondire il genere neo-sixities italiano.

[box type=”shadow”]Eighties Colours. Garage, Beat e Psidechelia nell’Italia degli Anni Ottanta
Roberto Calabrò
Coniglio Editore
224 pagine Euro 34.00 [/box]

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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