La Dinamica degli Addii è il quarto lavoro in studio dei Di Viola Minimale. Una raccolta di sei brani che ha come motivo conduttore il cambiamento; un riassunto di fatti, umori, talvolta riflessioni profonde che hanno caratterizzato il periodo che intercorre tra il precedente Niente Fascino e quest’ultimo intenso lavoro del quartetto siciliano.
Non sempre le cose vanno come vorremmo, ma questo non vuol dire che la felicità non continui ad essere a portata di mano. Quello che appare come la fine, spesso è solo un nuovo inizio, per ripartire e cambiare quello che non ci piace. Certo, non è facile risollevarsi dopo un dolore. Per non restare intrappolati nell’illusione che non ci sia risoluzione, che andrà sempre così, per vedere gli ostacoli come un’occasione, l’ingrediente che serve è il coraggio di ricominciare. Questo tipo di coraggio ci serve per non restare fermi. Dopo una caduta c’è sempre una risalita, quindi bisogna avere la forza di pensare che non si inizia e non si finisce, ma che si inizia, si sbaglia e si ricomincia. Un addio costituisce sempre un momento molto doloroso di possibile trasformazione, perché la crisi è cambiamento e perché un addio comporta comunque l’elaborazione di sentimenti molto contrastanti che possono trasportarsi in musica.
Due chitarre, un basso, voce e batteria si intrecciano e sovvertono tutto ciò che creano e l’unica cosa da fare è smarrirsi nel flusso che La Dinamica Degli Addii ci impone di seguire.
L’album si apre con le note della chitarra reverse de L’Anamnesi che, accompagnate dall’arpeggio della seconda chitarra e dal tempo scandito dallo bell stick, creano un senso di riavvolgimento e si sprofonda così nel ricordo. La linea di basso ripercorre immagini che pensavamo di aver ormai rimosso. E’ sul finale che si torna verso la realtà grazie ad una variazione di tempo che diventa irregolare, imprimendo un senso di disagio che ci riporta con i piedi per terra. Un invito sale perentorio con Torneremo a Vivere: è facile alienarsi nella nostra zona di comfort è come una bolla nella quale rimaniamo, affinché tutto continui ad essere uguale. Anche se ci lamentiamo e ci sembra insopportabile, continuiamo a rimanere lì, per paura, ed è semplicissimo che questa si trasformi in abitudine. Il prezzo da pagare è alto. Torneremo a Vivere è uno stimolo ad abbandonare tutti gli alibi e cambiare. Poi, un respiro profondo e ci si abbandona alla primavera raccontata nell’omonima La Dinamica Degli Addii, il nodo del disco. Il brano scorre con un andamento melodico che con la figurazione tattile proiettata dal testo si intrecciano sinuosamente conservando uno stato di benessere primaverile, edificato durante i tre minuti e quarantanove secondi del brano. Successivamente, Trappola compulsivamente sovverte tutto. L’album si conclude con Realmente Noi e così cala il sipario perché non c’è più la voglia, perché i pezzi del puzzle non combaciano più, perché non abbiamo più entusiasmo né sogni.
Un album ombroso, acido, violento e ostile. Con una bottiglia di gin tra le mani, l’aria ancora fredda sul volto, un cuore terribilmente cinico, i DVM raccolgono tutto quello che c’è di più ombroso, intenso ed ostile e lo risputano fuori con l’acido disincanto di chi sta tracciando una linea per non tornare più indietro.
Di Viola Minimale – La Dinamica Degli Addii
I sei brani che compongono La Dinamica Degli Addii dipingono fatti, umori e riflessioni che toccano l’anima