Recensioni

Caron Dimonio – Solaris

Scritto da Annalisa Nicastro

I Caron Dimonio ci spiazzano, ci sballottano da una parte all’altra di noi stessi

I Caron Dimonio con Solaris ci spiazzano, ci sballottano da una parte all’altra di noi stessi, alla ricerca di qualche indizio per comprenderci meglio.
Il duo bolognese omaggia con questo album il regista russo Andrej Tarkovskij e i protagonisti del film omonimo che all’interno di una navicella spaziale devono fare i conti con le paure e le proiezioni distorte che la memoria gli restituisce durante il viaggio. Succede la stessa cosa nell’album che con testi volutamente ermetici, visionari e surreali parla all’inconscio dell’ascoltatore che ondeggia tra ritmi martellanti, nervosi e distese sonore più morbide.
Già avevano colpito nel segno in Gestalt, l’album precedente. Con il nuovo lavoro, Solaris, il minimalismo diventa una certezza che si fonde con il loro inconfondibile stile fatto di batterie elettroniche, sinth, basso e chitarra.
I
Caron Dimonio sono Giuseppe Lo Bue, (cantante e chitarrista nei Dna2 alternative rock band bolognes) che si occupa dei suoni synth/drum machine, della chitarra e della voce, e Filippo Scalzo (già bassista dei Black Veils band Post Punk/New Wave bolognese) al basso.
Solaris comincia subito con il botto con Imago Mortis con i suoi ritmi incalzanti e voci rarefatte che cantano (inquietantissimi per la sottoscritta) slogan in latino.
In
Dentro il buco appare per la prima volta la batteria “vera” di Emilio Pugliese, che farà capolino anche in La noia che abbiamo di noi. Si prosegue con un pezzo con chitarre acide (E’ un mare), per poi rituffarsi nell’elettronica (Siamo Sassi), per atterrare nello shoegaze de La Qualità del nulla e il punk de Nell’ora triste. Partecipa anche in questo album Christian Rainer che canta Nuit Sans Fin scritta proprio da lui in francese per restituirci le sensazioni di una notte particolare da lui vissuta.
Tutto in
Solaris è un’esperienza sonora, soprattutto i testi, che ci fanno comprendere fino in fondo anche senza svelare troppo, quanto il nostro inconscio sia sempre più avanti dell’io cosciente e quanto esso influenzi il soggetto a sua insaputa. I Caron Dimonio invitano gli ascoltatori ad avere un confronto con se stessi e ad esperirsi il più possibile anche se questo processo porta con sé inquietudine e senso di malessere. Lasciatevi andare alla musica e a voi stessi.

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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