Interviste Recensioni

Sarah Stride – Schianto Ep

Scritto da Annalisa Nicastro

“E’ un disco dedicato a tutte le minoranze, a tutti gli sgangherati che come noi, faticano a trovare il proprio posto nella vita ed è un inno alla resistenza, quella piccola, quotidiana”

Ciao Sarah dopo aver recensito il tuo bell’EP, vogliamo approfondire con un’intervista. Intanto come ti piacerebbe definirti ai lettori di SOund36?
In questo momento mi piacerebbe definirmi una cantautrice “simbolista”. Il momento storico che stiamo attraversando noi occidentali è un tempo povero, sterile, che ha perso completamente il senso del mistero e del pensiero mitico. Tutto è permeato dal pragmatismo e dalla necessità di spiegazioni scientifiche ma l’uomo ha bisogno del proprio universo simbolico e credo che l’arte, in generale, sia uno degli ultimi mezzi rimasti per poter veicolare e recuperare un immaginario archetipico del quale siamo rimasti orfani.

Nel tuo Schianto EP troviamo una nuova Sarah Stride musicalmente parlando?
Direi proprio di sì e non solo musicalmente. E’ stato molto strano, di solito quando è in atto una maturazione individuale il lavoro che ne scaturisce è frutto di quel cambiamento mentre in questo caso è come se questo disco fosse stato già pronto e io a dovermi mettere al passo con lui! Comunque, da un punto di vista più tecnico, si sgancia in modo abbastanza netto dai miei primi due album, entrambi di matrice alt-rock, prodotti da Alberto Turra.
La produzione artistica, nelle mani dell’elettronica di Kole Laca è decisamente più scura, minimale e ancora meno conciliante. Anche per i testi, il lavoro è stato molto diverso. Per la prima volta ho scritto a quattro mani, con Simona Angioni, e le tematiche affrontate, pur toccandoci in modo molto profondo e autentico, sono riuscite ad andare al di là di un intimismo che a volte può risultare un po’ fine a se stesso.

Come è iniziata la tua collaborazione con Kole Laca e Manuele Fusaroli?
Seguo Niki dagli esordi di 2Pigeones e mi hanno sempre molto incuriosita ed entusiasmata il suo gusto compositivo e l’ecletticità delle sue produzioni principalmente per quanto riguarda l’aspetto ritmico, che riesce a risultare sempre molto fluido nonostante la complessità che lo contraddistingue.
Il primo brano sul quale abbiamo lavorato è stato “Il Figlio di Giove” che è stato anche il primo singolo presentato. Ti basti sapere che dopo questo iniziale esperimento non abbiamo quasi dovuto dirci nulla perché la collaborazione è fluita con una naturalezza e una comunione d’intenti davvero preziosa e rara.
Con Manuele abbiamo lavorato in un secondo momento, dopo che i brani erano già stati arrangiati. Il suo ascolto fresco e non “viziato” da una certa affezione è stato fondamentale per mettere a fuoco con esattezza l’essenzialità di ogni brano conferendogli il suono che caratterizza l’intero album.

Ci presenti l’attuale formazione con cui suoni?
Per rispettare a pieno l’identità di questo disco, il live è strutturato in trio. Alberto Turra alle chitarre, Kole Laca Pianoforte – Sintetizzatori – Drum Programming ed io alla voce.
Dopo tanti anni in rock band (basso, batteria, chitarra) non è stato semplice decidere di impostare il live in questo modo, ma ora sono molto entusiasta perché sento la possibilità di sperimentare molto anche dal vivo. Anche in questo caso sono stati i brani ad imporsi con la loro natura e siamo stati noi a doverci adattare a loro!

C’è qualcosa di particolare che vuoi trasmettere/comunicare con il tuo EP?
Questo disco parla essenzialmente della difficoltà di essere uomini, qui ed ora. E’ un disco dedicato a tutte le minoranze, a tutti gli sgangherati che come noi, faticano a trovare il proprio posto nella vita ed è un inno alla resistenza, quella piccola, quotidiana, verso tutte le ingerenze provenienti dall’esterno e più spesso dall’interno che ci allontanano quotidianamente dalla nostra realtà più autentica.

Quando uscirà il tuo album?
Visto che siamo nostalgici e crepuscolari uscirà per fine estate inizio autunno.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Ho una formazione legata alle arti visive e ho un modo di pensare e comporre sempre molto legato alle immagini. Generalmente traggo ispirazione principalmente dal cinema (da Herzog a Xavier Dolan) dalla pittura (Bacon, Goya, Kubin per farti qualche nome), dal teatro e dalla letteratura piuttosto che direttamente dalla musica. Anzi, quando compongo tendo quasi a non ascoltare musica e se lo faccio ascolto cose molto lontane dal mondo sonoro nel quale sono immersa. Durante la scrittura di questo disco ad esempio ho ascoltato molto Maria Callas, Mahler e l’interessantissimo esperimento “Sleep” di Max Richter.

Hai collaborato con personalità di vario genere, hai aperto molti concerti di artisti noti, c’è un aneddoto o un’emozione che più di altre ti piace ricordare?
L’emozione più forte è stata sicuramente l’apertura ai Television che risuonavano per intero Marquee Moon all’Acatraz di Milano. Apertura in duo chitarra e voce, vene del collo che esplodevano e la gioia di essere stata scelta direttamente da loro.
Non perdete il concerto di Sarah Stride Venerdì 16 giugno h.22:30 al Masada 

Recensione EP Schianto

La voce di Sarah Demagistri, in arte Sarah Stride, ha una personalità forte e ben definita. Riesce a muoversi senza impaccio tra i vari mondi sonori paralleli che attraversano la sua musica.
Se siete alla ricerca di qualcosa di originale vi consiglio l’ascolto di questi 4 brani che compongono il suo Ep “Schianto”, un bell’assaggio di quello che sarà il suo secondo album e che uscirà entro l’estate. Ad anticipare l’Ep ad inizio 2017 c’è stato il brano “Il Figlio Di Giove” che ha presentato per certi versi la nuova Sarah Stride. Infatti in questo Ep, Sarah, vira decisamente verso l’elettronica sapientemente miscelata con riferimenti sonori e melodici che vanno indietro fino agli anni ’60 e ’70, penso a voci come Nada, Loredana Bertè e Antonella Ruggiero  nel periodo Matia Bazar.
Grazie all’ottimo lavoro di produzione di Kole Laca (Teatro degli Orrori – East Rodeo – Pierpaolo Capovilla – 2Pigeons…) e Manuele Fusaroli (Zen Circus, Nada, Andrea Mirò…) la melodia italiana corre a braccetto con l’industrial, il rock e l’elettronica.
A parte il sound anche la parte dei testi è molto ben curata, grazie all’aiuto di Simona Angioni che ha collaborato alla stesura di testi molto efficaci e del tutto in linea con il mood musicale.
Ottimo lavoro di Sarah che ci lascia pregustare quello che sarà l’intero album, il secondo da solista di questa artista attiva sulla scena da oltre dieci anni con performance, live, happening e piece teatrali, in una continua contaminazione tra diverse forme artistiche, tra cui collaborazioni con il teatro, video arte, design e architettura.
Schianto Ep è stato da pochissimo presentato a Torino in una speciale serata al Superbudda, che ha visto sul palco con Sarah Stride anche Kole Laca e Alberto Turra, in una serata che è stata un successo. Dal 7 di aprile poi l’Ep è disponibile su tutte le piattaforme digitali e streaming.

I brani di  “Schianto EP” sono:
–       Schianto
–       I Barbari
–       Il Figlio di Giove  
–       Megasentimento

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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