Recensioni

Massimo Zamboni- Angela Baraldi- Cristiano Roversi – “Sonata a Kreuzberg”

Scritto da Giovanna Musolino

E’ un album semplicemente straordinario!

Pochissimi artisti costituiscono una garanzia a prescindere. La garanzia e la certezza di trovare nei loro lavori, sempre e comunque, passione, impegno, sperimentazione, coraggio, desiderio di mettersi in discussione. Massimo Zamboni è indubbiamente da annoverare tra i suddetti. Dopo la fine dei CSI, invece di adagiarsi sugli allori, senza rinnegare il passato, con onestà  e solerzia artigianale, ha continuato a sperimentare varie espressioni artistiche, regalandoci ogni volta gioielli di incommensurabile bellezza. Sonata a Kreuzberg, uscito alla fine del 2018, è la colonna sonora dello spettacolo teatrale Nessuna voce dentro- Berlino 1981 di e con Massimo Zamboni, Angela Baraldi, Cristiano Roversi. Estate 1981 il giovane Zamboni, poco più che ventenne, zaino in spalla e pollice all’insù, parte alla volta di una Berlino ancora divisa, ma pullulante di fermenti culturali. L’album è un omaggio a quella Berlino, attraverso brani in vario modo connessi alla città: quattordici tracce, di cui quattro inedite e dieci cover personalissime di artisti più o meno noti (Lou Reed, Nico,  EinstürzendeNeubauten, Weill-Brecht, D.A.F., Fehlfarben). Questo disco avrebbe potuto essere autocelebrativo e sterilmente nostalgico, invece ci restituisce sensazioni filtrate attraverso la musica, in grado di far comprendere l’atmosfera di un preciso momento storico, destinato a cambiare e sconvolgere non solo la storia personale di Zamboni, ma anche quella della musica (non solo italiana!) grazie all’incontro con Giovanni Lindo Ferretti e la successiva nascita dei CCCP.
Kreuzberg, che dà il titolo al disco,  era ed è un vivace e multiculturale quartiere dell’allora Berlino Ovest, quasi al confine con la parte  Est. Il sobborgo si considera diviso in due parti, una delle quali è denominata SO 36 dall’antico codice postale (ricorda qualcosa ai nostri lettori?). La singolare copertina è opera dello stesso Zamboni: un desolato paesaggio in bianco e nero attraversato dal muro su cui campeggia un meraviglioso ed “effervescente” elefante rosa “Trabant”, lavoratore stagionale del circo. Nelle note di copertina Zamboni racconta di non essere aduso alla fotografia, ma di non essersi potuto esimere dallo scatto vista la singolarità della scena!
Il disco, pervaso da inquietudine e pathos, è caratterizzato da un’elettronica  preponderante, ma essenziale, asciutta, scarnificata, martellante, allucinata, alienata, che si alterna a ballate più intime, in cui è il pianoforte a dominare. Massimo abbandona la chitarra  a favore del  basso e ci regala la sua bella voce, a riprova della sua voglia di sperimentare sempre nuove strade. L’interpretazione di Angela Baraldi, è intensa e multiforme: ora graffiata e sgangherata (Alabama song), ora inquietante e allucinata (Ein Dunkel herr), ora dolce e delicata (Afraid e Berlin). Completa l’ensemble l’eccellente Cristiano Roversi, autore di due brani, oltre che  preposto a piano, elettronica e percussioni. 
Semplicemente straordinario!

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Giovanna Musolino

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