Interviste

Lili Refrein – Intervista

Scritto da Annalisa Nicastro

Ciò che manca in questo paese è un supporto concreto a chi fa musica, sia dal punto di vista creativo che organizzativo!

Lili Refrein è stata ospite dell’appena trascorso appuntamento di Heroes: Roma Come New York. Le abbiamo fatto qualche domanda ed ecco a voi la nostra chiacchierata!

Il tuo sound va al di là di ogni classificazione di genere, come 
nasce una tua composizione?
Solitamente di notte in preda a mille stati d’animo che necessitano vie d’uscita.

Nel tuo modo di intendere la musica che cosa rappresenta il 
momento della performance live?
E’ sicuramente uno dei momenti più autentici e belli del fare musica, e lo dico sia da musicista che da fruitrice di concerti dal vivo. E’ un momento di totale condivisione, il movente attivo del suonare, è il dare/ricevere che spinge a migliorarsi, lo scambio necessario a riconoscere e superare i propri limiti, è l’apice della catarsi.

Fai parte del progetto Heroes, che cosa ne pensi? Cosa pensi sia
necessario alla scena musicale italiana e romana in particolare?
Heroes oltre che un progetto mi è sembrata un’attitudine con dietro idee che sento di condividere in toto. La scena musicale italiana pullula di belle idee e a Roma in particolare ci sono dei musicisti qualitativamente molto validi di cui si dovrebbe sentir parlare più spesso di quanto non accada.
Ciò che manca in questo paese è un supporto concreto a chi fa musica, sia dal punto di vista creativo che organizzativo. E’ una privazione che da un lato mette in luce tutte le nostre capacità autogestionali e aggregative, creando un panorama che per quanto luminoso resta sempre in un ansiogeno bilico di incerta sopravvivenza, e dall’altro alimenta la terribile tipologia tutta italiana della lamentazione gratuita che parimenti giustifica e si crogiola nel continuo fare le cose a cazzo di cane….temo purtroppo che l’argomento possa estendersi anche molto al di fuori del mero panorama musicale…

Uno dei tuoi sogni musicali e non?
Posto che la mia attività onirica potrebbe sfociare in lunghe e contorte digressioni junghiane, banalizzerò sognando di duettare con Andreas Kisser durante il mio progetto pop di cover acustiche dei Sepultura.

Annalisa Nicastro

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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