Recensioni

Johan Sebastian Punk – Phoney Music Entertainment

Scritto da Carmelo Di Mauro

Una delle voci più intriganti del panorama italiano. Una sorta di cappellaio matto nostrano, folgorato sulla via di Canterbury ed affetto da labirintite

È davvero sorprendente questo secondo lavoro della band dell’artista siciliano Massimiliano Raffa, rivelata al mondo della musica con il nome di Johan Sebastian Punk. Un disco a tratti pretenzioso che ha dalla sua parte una grande varietà di stili e di opportunità sonore. A partire dal brano che apre il lavoro, vale a dire il singolo “Mankind blues”, uno sguardo sullo svolgersi della vicenda umana introdotto da una breve quanto intensa overture con suoni che sembrano materializzarsi dal nulla e fiati che ritroveremo in vari momenti del brano e del disco.
Il successivo “Confession” ha più i caratteri della ballata alla Steven Wilson, dove la voce prima usata per scandire bene parole e concetti, adesso diventa più oscura e quindi più eterea, per tracciare una melodia sonnacchiosa ma efficace.
Con il successivo “Tragedy” si approda su una dimensione ancora diversa, quella del brano pop in stile anglosassone, un singolo alla Keane per intenderci, con una melodia già al primo ascolto ben intellegibile malgrado una produzione nella quale un minimo di orchestrazione in più non avrebbe fatto male.
Si apre con un cenno di musica indietronic, per poi lasciarsi andare con una melodia che sa di anni 80 il brano intitolato “The quintessential” il quale, nell’inciso che scandisce i vari momenti del brano, sembra voler recuperare quel tratto di magniloquenza tipicamente anni 70 che fu dai Queen e da pochi altri percorso con credibilità.
Nuove ed ulteriori ispirazioni si concretizzano in “Manifest destiny”. Ascoltandone e riascoltandone l’intro di chitarra vengono in mente molte produzioni indie americane anni 90, a partire dai primi dischi dei Blind Melon, in cui una melodia tipicamente pop si irrobustisce con un uso sapiente di chitarre ed il cui momento migliore è un riff blues che rimane in testa con facilità.
Phoney music entertainment” è un disco complesso che nasce dal lavoro di Massimo Raffa e dei suoi sodali e che conferma la band, a distanza di tre anni dal proprio debutto, come una delle voci più intriganti del panorama italiano.
Mai in cerca di un palco facile da calpestare, i JSP provano a stupire e disorientare, muovendosi con agilità da un genere all’altro, dimostrando però per di aver chiaro in mente un percorso preciso nella loro produzione.
Meno istrionico di FreakAntoni, ma anche meno controllabile di un qualunque eccentrico musicista, Massimo Raffa, si afferma come uno degli autori più interessanti della scena italiana, capace di muoversi tra i generi mosso da una teatralità vaudeville, ma al contempo con la serenità e la determinazione di chi ha coscienza delle proprie qualità.
Una sorta di cappellaio matto nostrano, folgorato sulla via di Canterbury ed affetto da labirintite. E così ci piace.

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Carmelo Di Mauro

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