Interviste

Deckard, Intervista

Scritto da Annalisa Nicastro

Mi interessava l’idea/sfida di dar vita ad un concept senza parole, che potrebbe sembrare un “non sense” per la maggior parte delle persone sensate, ma come saprete i musicisti elettronici non sono persone sane di mente.

Vorrei cominciare dalla fine di questa intervista per farvi conoscere Deckard e la sua musica. Deckard conclude la sua intervista con noi con queste parole: “Ti ringrazio per l’intervista e per l’eccezionalità data dal fatto che nessuno intervista i musicisti elettronici pensando che facendo musica elettronica perlopiù strumentale non si abbia un c…o da dire, al di là delle note”. SOund36 sa che dietro ogni gruppo o artista ci sono persone con le proprie storie, noi amiamo le storie, tutte. Ecco a voi dunque Deckard e la sua musica elettronica strumentale!

Deckard introduci ai lettori di SOund36 il tuo lavoro come musicista e di sound designer
ODI ET AMO, lo stesso rapporto che ho con la mia città, la mia nazione. Il mio lavoro è un cortocircuito esistenziale poiché coincide con la mia più grande passione, che spesso a sua volta coincide con la dipendenza, da qui la difficoltà di mollare tutto e trovare un impiego “serio”.
Eufemismi a parte essere sound engineer, sound designer e producer sono solo varianti di un unico lavoro che si delinea in maniera più specifica a secondo del caso, del progetto o della finalità.
Le mie attività gravitano tutte attorno al mio studio di registrazione, dove mi può capitare qualsiasi tipo di lavoro in ambito musicale ed audio-visivo, infatti realizzo sonorizzazioni e colonne sonore per pubblicità e spot commerciali, presa diretta e post per film, corti e documentari, faccio inoltre moltissimi concerti e spettacoli dal vivo come fonico FOH (front of house). Dal 2010 dirigo T.a. Rock Records, una piccola Label indipendente collegata all’omonima Associazione Culturale, con cui ho pubblicato una decina di releases di vari artisti, di alcune di questi sono anche produttore artistico ed esecutivo. Solo negli ultimi anni mi sono concentrato maggiormente e seriamente sulla mia produzione elettronica con lo pseudonimo “Deckard”, in cui riverso tutte le esperienze sonore di cui sopra unitamente alle situazioni di vita, ai dubbi, ai sogni, alle frustrazioni, ai viaggi, agli slanci emotivi ed alle fragorose e rovinose cadute.

Quest’anno hai pubblicato un ep “Noble gases”, che differenze troviamo con il tuo primo album?
Il vecchio “Bit Bullets” è essenzialmente una raccolta di sperimentazioni composto dal 2003 al 2008, un lavoro fatto senza avere un obbiettivo preciso in mente, si tratta principalmente di ricerche timbriche, alcuni dei brani contenuti in B.B. sono esercizi tecnici senza nessuna velleità musicale.
Quelli erano gli anni di “Gel Studio” Recordings, il mio laboratorio timbrico urbano dove ho realizzato dischi per un sacco di gente. Nei pochi momenti liberi o cercavo di mettere insieme i soldi per pagare le tasse e le utenze, o me ne andavo in giro in moto per non pensare ai debiti o facevo ricerca sonora per poi applicare i nuovi studi alle produzioni che realizzavo per i clienti, dunque Bit Bullets si può considerare come un training, al di là dell’ispirazione metafisica del dualismo e del contrasto tra gli estremi che guidava quella fase della mia vita. Solo verso la fine del 2008 ho iniziato a comporre brani più strutturati con linee armoniche e melodie come Tokyo Decadence e Night Stereo, che tuttora suonerei dal vivo.
Noble Gases è l’opposto di Bit Bullets, ma ne è figlio legittimo, immaginato strutturato, composto e registrato in un mese (gennaio 2014) con le idee molto chiare, in questi giorni il blog musicale portoghese MAN ON THE MOON, lo ha definito così: “livres de qualquer formalismo ou regra e que só se justificam numa espécie de tratado de natureza hermética, onde esse bloco de composições não é mais do que partes de uma só canção de enormes proporções, já que é fluída a interligação entre os vários gases, como se estivessemos diante de uma obra única com a duração de pouco mais de trinta minutos” carpendo perfettamente il segreto della mia idea.

E’ un concept ep?
Si assolutamente esso è un concept.
Mi interessava l’idea/sfida di dar vita ad un concept senza parole, che potrebbe sembrare un “non sense” per la maggior parte delle persone sensate, ma come saprete i musicisti elettronici non sono persone sane di mente.
Senza testi, dato che la mia musica è strumentale, volevo dar vita ad un “Parcours” unico, articolato in più tappe, un viaggio liquido attraverso immagini di futuri anteriori, in cui le azioni previste si compiono inesorabilmente, così che ciò che accadrà lo stiamo già scrivendo oggi, viceversa gli influssi di là da venire condizionano il presente in una sorta di magnetismo spazio temporale ed io volteggiando come un gas libero guardo me stesso e tutto ciò compiersi, lasciandomi solo la possibilità di descriverlo musicalmente.

Nel tuo ep tra suoni synth analogici e campionamenti troviamo anche suoni “veri”…
Come dice il mio amico e grandissimo elettronic producer Giuseppe Acito di TOA MATA BAND: EVERYTHING SOUNDS (https://www.youtube.com/watch?v=I6Vnwi6oQYg).
Uso di tutto per assemblare e disassemblare le mie composizioni, avendo a disposizione uno studio di registrazione ho librerie infinite di suoni e samples, se non mi soddisfano ne realizzo di nuovi. Certo è che il fulcro del sound di “Noble Gases” è il synth analogico suonato in stile Tangerine Dream, attorno al quale come satelliti ed asteroidi i samples, di cui io stesso non riconosco più l’origine, viaggiano impazziti e de-quantizzati.
Un grande contributo al disco lo hanno dato Alberto Fiori (Berlin) al Wurlitzer, Francesco Guerri (Bologna) al Cello della strepitosi NAGEL (band che vi consiglierei di approfondire, non solo perché io ed il produttore Sergio Altamura ne abbiamo curato i suoni) e Carolina Pintos (Buenos Aires) alla voce.

Che importanza ha l’aspetto visuale nella tua musica?
É centrale se consideri che la mia è fondamentalmente musica visionaria.
Ho iniziato una collaborazione con un artista visuale che stimo moltissimo, IGOR IMHOFF, che ha dato il suo primo frutto con il video “RACHEL” https://www.youtube.com/watch?v=vqKvShQOWXA
Si tratta di un clip su di un mio Remix dei DEPECHE MODE, uno studio di tecniche sperimentali per la caratterizzazione in motion graphics 3D di un androide femmina ispirato dal film cult Blade Runner.
La nostra collaborazione continua, stiamo preparando il primo videoclip ufficiale sul brano NEON, i tempi di realizzazione sono incerti e dipendono da quanti computer bruceremo nel frattempo con i rendering…
Stiamo facendo anche alcune considerazioni sui live visual, ma sono ancora embrionali.
Poi adoro comporre colonne sonore e asservire le mie musiche alle immagini, ho iniziato un nuovo progetto “Encounter”( http://www.encounterfilm.it/) un cortometraggio di fantascienza di un giovane e talentuoso regista, Fabrizio Rinaldi, per cui curerò sound design, foley e soundtrack.

Ti ringrazio per l’intervista e per l’eccezionalità data dal fatto che nessuno intervista i musicisti elettronici pensando che facendo musica elettronica perlopiù strumentale non si abbia un c…o da dire, al di là delle note.
Per questo te ne sono doppiamente grato,
sincerely Deckard
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Annalisa Nicastro

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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