Recensioni

Amplifier – Echo Street

Scritto da Annalisa Nicastro

Negli otto brani Sel e compagni hanno racchiuso tutte le loro influenze musicali. Le hanno mischiate e rielaborate e quello che ne è uscito fuori è un affresco psichedelico, spaziale

Due anni fa il loro album Octopus fu per me un fulmine, una folgorazione. Lo ascoltai cosi tanto e mi piacque cosi tanto che alla fine dell’anno entrò a far parte dei migliori albums del 2011. Dopo due anni riecco Sel Balamir e soci presentarsi con il loro nuovo album, questa volta non autoprodotto e autodistribuito ma registrato e prodotto sotto l’ala della sempre più grande K-Scope. Cosi mi aspettavo da questo album? lo ammetto … visto il successo di Octopus mi aspettavo un continuo o comunque un consolidarsi di quelle sonorità che mi avevano più colpito. Ed invece eccoli li tutti e quattro a sorprendermi e spiazzarmi di brutto. Dalle prime note ti accorgi che l’aria è diversa e che il suono non quello che li ha resi famosi.
Durante l’intervista Sel Balamir ha confessato che non era l’album al quale stavano lavorando ma le idee erano quelle che giravano in testa da almeno un decennio.
Negli otto brani Sel e compagni hanno racchiuso tutte le loro influenze musicali. Le hanno mischiate e rielaborate e quello che ne è uscito fuori è un affresco psichedelico, spaziale.
Brani come Where The River Goes, Extra vehicular,  dove si sentono reminiscenze del brano interstellar che era su Octopus, o la stessa Mary Rose. Brani dove la psichedelia di 40 anni di rock si trova tutta perfettamente dai Grateful Dead ai Pink Floyd.
Sel Balamir incanta totalmente con i suoi assoli persi nello spazio, ogni assolo è un viaggio ed ecco la grande chitarra di Sel invadere qualsiasi spazio sia esterno, mare, cielo che interno, mente e anima, con il solo che si trova dentro Extra Vehicular. Questo album è tutto totalmente un viaggio dentro i nostri pensieri ed emozioni. Between Today and Yesterday ci riporta alle grandi canzoni acustiche degli anni 70, semplicemente da brivido ogni volta che la si ascolta. Mary Rose chiude l’album in maniera spettacolare con un incedere lento ma crescente per arrivare ad un affresco di libertà e grande spiritualità dove Mary Rose non vuole rimanere chiusa ma vuole solamente liberarsi e volare verso l’infinito.

Un album assolutamente da avere ed ascoltare con attenzione, sicuramente più melodico e fruibile di Octopus ma non per questo banale o superficiale. Semplicemente i 4 mancuniani hanno azzeccato la formula giusta, la loro musica, quello che loro vogliono esprimere. Ma in maniera particolare Echo Street sta li come una pietra miliare a far capire a tutti che se azzecchi le canzoni, le melodie e tutto il resto, non ci sono decenni o suoni vecchi. Il Rock cosi come lo suonano Sel Balamir e compagni è e sarà sempre eterno.

 

Claudio Lodi

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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